Vittorio Andreoli e il viaggio per la comprensione del dolore
«Di fronte al male, che ha la stessa radice semantica di malattia, le persone che si occupano di salute pensano subito al sintomo e seguono un percorso tracciato dalla propria specializzazione che è, e deve essere, scientifico. Ma è necessario non dimenticare, assieme agli imperativi dei riferimenti operativi sanitari, che sempre la malattia è prima di tutto dolore, sofferenza e che se il sintomo porta all’organo, che è un “frammento” del corpo, il dolore riguarda l’uomo tutto intero».
E’ un invito alla riflessione quello di Vittorino Andreoli, psichiatra, scrittore e già direttore del dipartimento di Psichiatria di Verona. Il dolore dell’anima, del resto, è forse quanto di più lacerante possa esserci. E spesso altrettanto lacerante è, per chi lo prova, non riuscire a trasferire la propria sofferenza.
Tra corpo e anima
L’occasione imperdibile, e aperta a tutti, di ascoltare Vittorino Andreoli arriva con l’appuntamento «capire il dolore», in programma per martedì 14 novembre, dalle 14.30 alle 17.30, nell’Aula Magna Gaetano Salvatore del Policlinico Federico II. L’appuntamento si prefigura di declinare il dolore nelle sue molteplici accezioni, sia dal punto di vista fisico sia sotto il profilo psicologico. Insomma, come da tradizione, anche quest’anno l’Ufficio formazione unico della Scuola di Medicina e Chirurgia della Federico II, propone un grande evento culturale nell’ambito del piano formativo aziendale. L’obiettivo dell’incontro con Vittorino Andreoli è affrontare con consapevolezza la sofferenza e il dolore che pazienti e professionisti della salute incontrano e sperimentano durante i percorsi di cura.
Parte del tutto
«Il senso del dolore esistenziale – anticipa Andreoli – va distinto nettamente dal dolore fisico che ha una sede somatica e che possiamo controllare oggi con molecole efficaci. Il dolore dell’uomo segna la tragicità del male, l’incertezza, il limite. E il sanitario deve poter avvertire questo dolore per comprenderlo, per accettarlo, per condividerlo. E se ciò accade, nel momento in cui entra in relazione con il paziente avverte subito il senso dell’umano della propria professione. Non è questa né teoria né tanto meno filosofia, ma il risultato degli studi che hanno dimostrato che l’affettività e i vissuti condizionano notevolmente i risultati degli interventi sanitari. E il dolore esistenziale, che porta facilmente a sentire vacillare la stima di sé, ne fa parte». L’incontro è organizzato con il patrocinio morale della Società Italiana di Pedagogia Medica (SIPeM) e sarà moderato da Cesare Formisano, responsabile del PI di Trattamento integrato dei Tumori del Colon-Retto dell’Azienda e da Paolo Valerio, responsabile della UOC di Psicologia. Interverranno anche Giuseppe Servillo, responsabile dell’UOC di Anestesia Generale, Marco Sarno, Medico in Formazione della Scuola di Specializzazione in Pediatria e Isabella Continisio dell’Ufficio Formazione Unico, coordinatore scientifico dell’evento.