Cefalee, non chiamatele «mal di testa»
L’emicrania? Non è un banale mal di testa e per combatterla ci sono centri specializzati. Emanuela Di Napoli Pignatelli firma nell’inserto salute che PreSa realizza in partnership con il Corriere del Mezzogiorno un articolo nel quale si svelano i segreti di quelli che, senza mezzi termini termini, sono attentati alla qualità di vita di chi ne soffre. La Di Napoli Pignatelli parla di una «condizione disabilitante, caratterizzata da cefalee accompagnate da nausea, vomito e fastidio per suoni, odori e luci. In Italia sono oltre 5milioni i pazienti che ne soffrono. Le cause del disturbo sono in parte sconosciute, ma la sinergia tra fattori genetici ed ambientali sembra giocare un ruolo predominante. Discorso parallelo è quello dei fattori scatenanti, tra i quali vanno annoverati: stress, stanchezza, ansia, cambiamenti ormonali, ma anche clima, rumori, il consumo di alimenti vaso dilatatori, alcol e alcuni farmaci. E’ stimato che circa la metà dei pazienti non riceve una diagnosi corretta e tempestiva e quindi una terapia adeguata».
L’iniziativa
Nasce quindi un progetto della Società italiana di neurologia che prevede l’organizzazione di una «Settimana di prevenzione del mal di testa» (dall’8 al 14 maggio) su tutto il territorio nazionale. Il Centro Cefalee della prima Clinica neurologica dell’A.O.U. dell’Università della Campania «Luigi Vanvitelli» diretto dal professor Gioacchino Tedeschi coordinerà i centri cefalee più qualificati del Sud Italia per l’attivazione di un servizio gratuito di visite specialistiche. Lo scopo del progetto spiega il professor Tedeschi, è creare una sinergia di competenze su tutto il territorio nazionale, per mettere a disposizione dei pazienti i migliori esperti e ampliare la cultura della prevenzione. Ma una buona pratica clinica non può essere disgiunta da una altrettanto valida ricerca scientifica che aiuti a capire approfonditamente i meccanismi sottostanti la patologia.
Diagnostica per immagini
Grazie alle tecniche avanzate di imaging cerebrale, negli ultimi anni si è assistito per quanto riguarda l’emicrania ad un’evoluzione nella comprensione delle strutture coinvolte, delle anomalie di funzionamento, delle diverse modalità di processare non solo il dolore ma anche altre tipologie di stimoli come ad esempio quelli luminosi, spiega Tedeschi, che ci hanno permesso di comprendere che l’emicrania non è una malattia vascolare o una semplice patologia dolorosa ma uno specifico disturbo neurologico. In passato, infatti, si considerava l’emicrania come un problema collegato ai vasi sanguigni poiché spesso i pazienti riferiscono di sentire come una pulsazione alle tempie nel corso di una crisi. Leggi l’articolo completo