Per le donne celiache l’alimentazione in gravidanza può essere un bel problema. Già, perché proprio a causa della celiachia il regime dietetico rischia di non essere equilibrato e questo può portare a complicanze gestazionali. Un tema che è stato ampiamente discusso nell’ambito di un panel internazionale, guidato dalla Fondazione IRCCS Ca’ Granda-Milano, Centro di riferimento per la Prevenzione e la Diagnosi della Malattia Celiaca e Clinica Mangiagalli. Obiettivo degli esperti è stato quello di garantire in gravidanza i corretti requisiti nutrizionali nelle donne che seguono una dieta priva di glutine.
Bene le linee guida ma serve un percorso ad hoc
Secondo i clinici non basta aver fissato delle linee guida, che certamente sono importanti ma si concentrano principalmente sullo screening e non forniscono indicazioni e raccomandazioni per determinare l’appropriato fabbisogno energetico o la distribuzione dei micro e macronutrienti. Un messaggio che arriva forte e chiaro è che seguire un regime dietetico aglutinato non deve ridursi a sostituire il prodotto tradizionale con quello gluten-free, bensì rimodulare il proprio stile alimentare e di vita per garantire all’organismo il corretto apporto nutrizionale ed energetico.
Un approccio personalizzato
Il dottor Luca Elli, responsabile del Centro per la prevenzione e la diagnosi della celiachia al Policlinico di Milano chiarisce che la dieta senza glutine deve essere individualizzata sulle esigenze cliniche e personali del paziente, tener conto di eventuali rischi dietetici individuali e delle fasi di vita di maggior fabbisogno, come appunto il percorso verso la maternità. La corretta gestione di una dieta senza glutine nutrizionalmente equilibrata e rigorosa, durante la gravidanza di una donna celiaca, rappresenta ancora oggi una grande sfida.
Macronutrienti per il benessere
Andando sul concreto, è importante che dal pre-concepimento fino all’allattamento siano sempre tenuti sotto controllo i principali macronutrienti quali ferro, calcio, acido folico, omega 3 come il DHA e vitamine del gruppo B. Per Irene Cetin, Direttore della Clinica Ostetrica del Policlinico di Milano, la dieta senza glutine deve essere ottimizzata già nelle fasi pre-concezionali, per consentire il corretto sviluppo embrionale e la placentazione, riducendo i livelli di infiammazione che aumentano il rischio di patologie della gravidanza, senza aumentare quindi i livelli di acidi grassi saturi e di zuccheri. Il panel è al lavoro per formulare delle raccomandazioni che possano essere di aiuto per la pratica clinica: dalla consulenza pre-concezionale al monitoraggio e supporto, incluso un percorso educativo sull’alimentazione senza glutine e sulla pianificazione dei pasti.
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