Gli italiani over 65 sono 15 milioni e la metà ha più di 75 anni: come cambia l’assistenza
L’Italia continua a invecchiare: secondo le stime gli over 65 sono 15 milioni, di cui la metà con più di 75 anni. Nel Paese, molti anziani vivono in aree remote: piccoli paesini, talvolta isolati, sulle montagne, difficili da raggiungere sia in macchina che con i mezzi pubblici. Queste circostanze complicano il lavoro dei medici di famiglia che devono prendersi cura proprio di chi ne avrebbe più bisogno.
La Medicina Generale necessita di nuovi strumenti, hanno spiegato gli esperti durante il 10° Congresso Interregionale SIMG Centro (Abruzzo, Marche, Molise e Umbria), intitolato “La realtà delle Cure Primarie e la loro proiezione futura: il ruolo della SIMG”. Oltre alla digitalizzazione, è necessaria la Valutazione Multidimensionale (VMD) del paziente anziano, ossia un’analisi che prenda in considerazione complessivamente gli aspetti clinici, psicologici e sociali.
Fragilità e bisogni sociali degli over 65 in Italia
A incidere maggiormente sulla qualità di vita e sulla sopravvivenza dell’anziano non è tanto la multimorbilità (la presenza di diverse malattie), ma lo stato di disabilità determinato dalla fragilità. Identificare la popolazione fragile permette di definire un percorso di cura specifico. Si parla quindi di “medicina della complessità”, che presta attenzione ai bisogni “globali” della persona e non alle sole malattie, prendendo in considerazione aspetti clinici, psicologici e sociali per la definizione di percorsi diagnostici e terapeutici su misura, con l’obiettivo di migliorare le prognosi e limitare ospedalizzazioni e ricoveri nelle RSA.
“Abruzzo, Marche, Molise, Umbria sono regioni che si contraddistinguono per la forte presenza di piccoli comuni, spesso mal collegati, aree interne difficili da raggiungere, comunità montane, oltre a una forte discrepanza nella densità tra le città e le zone rurali – ha spiegato Gabriella Pesolillo, Responsabile Scientifica del Congresso SIMG Interregionale e Segretario SIMG Abruzzo, una delle regioni più anziane d’Italia, con addirittura 595 persone ultracentenarie (dati ISTAT) – Per questa conformazione del territorio, le zone periferiche spesso non hanno un’adeguata copertura della Medicina Generale, che sta a sua volta conoscendo una riduzione del personale.
La difficoltà emerge soprattutto nelle visite domiciliari: lo stesso Medico di famiglia talvolta deve percorrere lunghi tratti prima di spostarsi da un paesino all’altro, riducendo così il numero di visite. Con la Valutazione Multidimensionale cambia la prospettiva: il paziente non viene considerato solo sulla base delle patologie che lo affliggono, ma anche dal punto di vista sociale, psicologico, familiare, prevedendone così la fragilità. La stessa malattia, ad esempio una bronchite, può avere un decorso diverso nelle persone di pari età e con lo stesso quadro clinico ma con diverse situazioni”, ha concluso.
Le Linee Guida per la Valutazione Multidimensionale
La Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) ha promosso le Linee Guida per la Valutazione Multidimensionale, insieme alla Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio (SIGOT), con il supporto metodologico dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e con il contributo di 25 società scientifiche. “L’azione di SIMG parte da molto lontano, ben prima del DM77 del 2022 – ha evidenziato Pierangelo Lora Aprile, Segretario Scientifico SIMG. “Per questo, SIMG ha validato uno strumento di screening (PC-FI: Primary Care Frailty Index) per identificare e stratificare le persone fragili.
Diventa importante programmare interventi personalizzati centrati sugli assistiti con fragilità lieve e moderata per rallentare l’evoluzione verso l’alta fragilità utilizzando strumenti di Valutazione Multidimensionale validati secondo le Linee Guida Nazionali. Quando la fragilità diventa molto alta, ad esempio nei malati che si avvicinano alla fine della vita, diventano rilevanti interventi specifici che hanno come obiettivo l’accompagnamento dei malati identificando i loro desideri e preferenze. Si passa quindi da una medicina finalizzata a trattare la malattia ad una medicina olistica finalizzata alla salute della persona nella sua interezza”.
“Tra le iniziative recenti, vi è il Progetto Radar: comorbidità, fragilità, valutazione multidimensionale, piano individuale di cura, che identifica un percorso formativo nelle cure primarie per identificare i pazienti fragili, stratificando la popolazione secondo i diversi gradi di fragilità, pianificando e personalizzando le cure in ragione dei domini evidenziati carenti dalla Valutazione Multidimensionale – ha aggiunto Pierangelo Lora Aprile – Il progetto ha obiettivi ambiziosi: proporre alle Regioni una governance del processo di cura delle persone fragili, identificando criteri, indicatori e standard per il monitoraggio del percorso di presa in carico.
Questo Progetto si concretizza con un percorso formativo per Medici di Medicina Generale particolarmente motivati ad acquisire “nuove competenze” nell’ambito di quella che abbiamo chiamato “Medicina della Complessità”, attraverso la Certificazione da parte degli organismi ministeriali competenti. SIMG ha formato ad oggi 40 MMG Esperti in Medicina della Complessità offrendo l’opportunità di continuare questi percorsi formativi a livello regionale in modo da avere almeno un medico di famiglia esperto ogni 100mila abitanti”.