Obesità: la soluzione è tassare le bevande zuccherate. Proposta choc
Ci sarebbero decine di migliaia di obesi in meno, meno diabete e meno carie da curare se ci fosse una tassa sulle bevande zuccherate. A dirlo è un gruppo di ricercatori britannici con il supporto di un team neozelandese. La scorsa primavera, infatti, il governo britannico ha proposto di introdurre una tassazione sui soft drink, a ‘intensità’ modulata sulla base del loro contenuto di zucchero (tasse alte per drink con > 8 gr di zucchero /100 mL, tasse moderate per drink con 5-8 gr di zucchero /100 mL, nessuna tassazione per concentrazione di zuccheri < 5 gr/100 mL).
Un team di studiosi di varie università inglesi (Oxford, Cambridge, Reading) e neo-zelandesi (università di Otago, Wellington), sotto la guida di Adam Briggs dell’Università di Oxford, ha fatto una simulazione dei possibili impatti sulla salute (da quello più ottimistico a quello peggiore) per la popolazione inglese, sulla base di tre diversi scenari di risposta da parte delle industrie produttrici di bibite zuccherate.
Lo studio è stato pubblicato su Lancet Public Health. Gli autori si sono focalizzati su obesità, diabete e problemi dentari, patologie per le quali esiste un forte rapporto di causalità con il consumo di bevande zuccherate. Anche se l’impatto della sugar-tax avrebbe conseguenze positive anche su una serie di patologie croniche che potrebbero dare segno di sé più avanti nel tempo, quali cardiopatie, ictus, dolori lombari, osteoatrite.
Le tre le possibili risposte da parte dell’industria alimentare erano: la riformulazione degli ingredienti delle bibite, riducendo lo zucchero presente, un aumento del prezzo del prodotto (per assorbire l’impatto della tassazione), una variazione dello share di mercato relativo alle bibite a concentrazione di zucchero alta, media e bassa (con uno spostamento dei consumi su quelle a contenuto medio-basso).
Lo scenario migliore per la salute in termini di risposta dell’industria sarebbe la riduzione del contenuto di zucchero nelle bevande. Questo porterebbe ad una riduzione di 144.383 persone affette da obesità, tra adulti e bambini, delle attuali 15.470.813; le nuove diagnosi di diabete di tipo 2 per anno si ridurrebbero di oltre 19.000, mentre ci sarebbero ogni anno quasi 270.000 denti in meno da curare per carie o altri problemi.
Analizzando lo scenario ‘aumento dei prezzi delle bibite zuccherate’, nella migliore delle ipotesi la riduzione dei soggetti obesi si attesterebbe intorno a 81.594, i nuovi casi di diabete diminuirebbero di 10.861 l’anno e i denti da curare sarebbero ogni anno 149.378 in meno.
La ‘ridistribuzione delle quote di mercato a favore delle bevande meno zuccherate’, invece, nella migliore delle ipotesi porterebbe a ridurre di 91.094 persone la popolazione obesa, di 1.528 i nuovi casi di diabete l’anno e di 172.718 i denti da curare.
I benefici più consistenti per la salute orale e per l’obesità si registrerebbero nei soggetti al di sotto dei 18 anni, mentre le riduzioni assolute più importanti sul fronte del diabete si vedrebbero negli over 65.