Dermatite atopica: quando la pelle secca nei neonati deve preoccupare
Se la pelle di un neonato, dopo il primo mese di vita, risulta ancora secca, ruvida e arrossata, potrebbe trattarsi di più di una semplice irritazione. Secondo Anna Belloni Fortina, responsabile del Centro regionale di dermatologia pediatrica e malattie rare dell’Azienda ospedaliera Università di Padova, è fondamentale prestare attenzione ai segnali della dermatite atopica. Tra questi, desquamazione persistente, micro-fissurazioni e ruvidità concentrata soprattutto sulle guance.
In un’intervista al Corriere della Sera, la specialista ha sottolineato come spesso il problema possa essere legato all’uso di detergenti troppo aggressivi. La prima cosa da fare è consultare un dermatologo, portando con sé il prodotto utilizzato per l’igiene del neonato alla visita dermatologica. Detergenti con molta schiuma o profumazioni intense possono infatti alterare la barriera cutanea e provocare sintomi simili alla dermatite atopica. In questi casi, la soluzione potrebbe essere semplice: cambiare detergente.
Che cos’è la dermatite atopica
Quando la secchezza cutanea non migliora nonostante l’utilizzo di prodotti adeguati, si potrebbe essere di fronte a una patologia più complessa: la dermatite atopica. Questa malattia, di origine genetica, è caratterizzata da un’alterazione degli strati più superficiali della pelle, che ne compromette la funzione di barriera protettiva.
La terapia di base prevede l’uso di emollienti di ultima generazione, in grado di riparare la barriera cutanea, ha spiegato Belloni Fortina. In caso di infiammazione acuta, si ricorre a pomate cortisoniche per brevi periodi. Tuttavia, la malattia tende a ripresentarsi con il contatto di fattori irritanti, come freddo, lana, tessuti sintetici, profumi, temperature elevate o stress.
Un aiuto per i genitori arriva anche dal sito www.dermatopia.it, che offre informazioni sulla dermatite atopica e una lista dei centri dermatologici sul territorio. Una diagnosi precoce e una terapia adeguata migliorano la qualità della vita dei piccoli pazienti e delle loro famiglie.
L’evoluzione della malattia
La dermatite atopica colpisce prevalentemente durante l’infanzia, ma nel 60-70% dei casi migliora o scompare con la pubertà. Le cause di questa remissione non sono del tutto chiare. Tuttavia, si ipotizza che l’attivazione delle ghiandole sebacee durante lo sviluppo sessuale contribuisca al ripristino della barriera cutanea.
Nonostante ciò, nei primi dieci anni di vita il rischio di sviluppare altre problematiche, come allergie alimentari o respiratorie, è alto. “Nei più piccoli prevalgono le allergie alimentari, mentre intorno ai 6-7 anni si manifestano le forme respiratorie, con il rischio di asma,” aggiunge Belloni Fortina. In questi casi, è necessario il coinvolgimento di uno specialista allergologo, che deve lavorare in stretta collaborazione con il dermatologo.