Al Meyer visori 3D per prelievi col sorriso
Una novità straordinaria ha fatto il suo debutto all’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze: l’introduzione di speciali visori 3D pensati per aiutare i bambini ad affrontare con più serenità il momento delicato del prelievo di sangue. Grazie alla realtà virtuale e a scenari immersivi, i piccoli pazienti possono distrarsi e vivere esperienze avvincenti, come aiutare coniglietti a caccia di farfalle o guidare una navicella spaziale durante un atterraggio di emergenza.
Questa innovazione fa parte di un progetto pilota sostenuto dalla Fondazione Meyer, attualmente attivo presso il Centro Prelievi del Meyer, ma con potenzialità di estensione ad altri reparti. Il software è stato realizzato da una start-up specializzata, che ha collaborato strettamente con il Dipartimento delle Professioni Sanitarie e con il personale del Centro Prelievi. Un approccio altamente partecipativo ha caratterizzato lo sviluppo, includendo anche i suggerimenti dei bambini che hanno partecipato alla fase di sperimentazione.
Come funziona la realtà virtuale per i prelievi al Meyer
Il Centro Prelievi è stato dotato di 4 visori VR e altrettanti tablet, strumenti gestiti dal personale sanitario adeguatamente formato attraverso specifici incontri. L’esperienza immersiva inizia quando il bambino viene preparato all’esame e si accomoda al tavolo. A quel punto, l’infermiera che esegue il prelievo seleziona le varie fasi del gioco attraverso un apposito joystick, sincronizzando l’esperienza virtuale con quella reale.
Durante la procedura, mentre arriva la tanto temuta puntura, i bambini si trovano immersi in un mondo fantastico: possono cercare farfalle dorate o impegnarsi nella ricostruzione di una navicella spaziale. Il sistema integra stimoli visivi e tattili in modo sincronizzato: ad esempio, quando il bambino percepisce il tocco di un coniglietto nel gioco, questo coincide con lo stimolo reale dell’ago, aiutando a confondere la percezione del dolore.
Un altro aspetto innovativo è rappresentato dal “tasto distrazione”: un comando che permette all’operatore sanitario di attivare, al momento più critico, la parte più coinvolgente del gioco, ideata appositamente per distrarre l’attenzione del piccolo paziente da ciò che accade nella realtà. Tutto è pensato per garantire la completa immobilità del bambinodurante il prelievo: le azioni nel gioco possono essere svolte anche solo con il movimento degli occhi, rendendo l’esperienza più sicura ed efficace.
I benefici della realtà virtuale per i bambini e le famiglie
Questo progetto, fortemente voluto dal Dipartimento delle Professioni Sanitarie del Meyer e dal team del Centro Prelievi, nasce con l’obiettivo di ridurre l’ansia, la paura e il dolore nei bambini durante procedure invasive come il prelievo di sangue. I visori 3D si aggiungono agli altri strumenti di distrazione terapeutica già in uso, come le bolle di sapone, la pet therapy, la clownterapia e la musicoterapia.
I primi dati raccolti nelle settimane di sperimentazione confermano l’efficacia del sistema. “Siamo molto soddisfatti dei primi risultati di questa sperimentazione, frutto di un lavoro di squadra importante”, spiega Sonia Muricci, infermiera coordinatrice del Centro Prelievi. “I questionari proposti ai bambini che hanno già provato i visori dimostrano che, specialmente nella fascia tra 6 e 10 anni, i valori di ansia e preoccupazione scendono notevolmente.”
Anche il personale sanitario ha rilevato un netto miglioramento nella gestione delle procedure: grazie alla realtà virtuale, gli operatori riescono a lavorare con maggiore serenità, riuscendo anche a effettuare prelievi complessi che, in condizioni tradizionali, sarebbero molto difficili a causa della resistenza dei piccoli pazienti.
Le reazioni dei bambini: entusiasmo e gratitudine
Il feedback più autentico e prezioso è arrivato direttamente dai bambini. Le loro parole, raccolte attraverso i questionari, raccontano più di ogni dato: “Grazie per la compagnia!”, ha scritto una piccola paziente. “Ciao coniglietti, mi è piaciuto conoscervi!” ha commentato un’altra. “Li voglio incontrare di nuovo!”, ha aggiunto un bimbo entusiasta. “Ciao, ho 8 anni ed è stato super!” scrive il piccolo Sasha. Queste frasi spontanee dimostrano quanto un approccio umano e tecnologico insieme possa fare la differenza in ambito pediatrico.
Conclusione: un nuovo paradigma nella cura dei bambini
Il debutto dei visori 3D all’Ospedale Meyer rappresenta un passo avanti nel modo in cui viene affrontata l’esperienza ospedaliera dei bambini. Grazie all’uso intelligente della tecnologia, unito alla sensibilità del personale e al supporto della Fondazione Meyer, è possibile trasformare un momento di paura in un’avventura fantastica.
Insomma, un esempio concreto di come l’innovazione, quando è al servizio del benessere, può contribuire a migliorare profondamente la qualità delle cure, rendendo l’ospedale un luogo un po’ meno spaventoso e molto più umano.
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