Covid-19, fertilità a rischio: concentrazione degli spermatozoi cala del 519%
Una recente ricerca apparsa sulla rivista Reproduction ha confermato che l’infezione da Covid-19 può danneggiare la qualità degli spermatozoi e ridurre la fertilità maschile. L’ingresso del virus nell’organismo, oltre a determinare sintomi e danni respiratori, ha mostrato di determinare processi infiammatori, danni ossidativi, danni e morte degli spermatozoi che impattano negativamente sulle capacità di procreare.
Per questo motivo il Centro di Fertilità Maschile della clinica Sanatrix di Roma guidato dal Prof. Salvatore Sansalone, Specialista in Urologia e Andrologia e Consulente del Ministero della Salute, ha organizzato una giornata di visite gratuite per la ‘salute Andrologica post Covid-19’.
“La ricerca che ha svelato le implicazioni a carico dell’apparato riproduttivo maschile ha preso in esame un gruppo di pazienti (84) con diagnosi di Covid-19 e una di controllo costituito da 105 soggetti sani. Un urologo ha dapprima definito la fertilità di tutti per poi eseguire analisi ogni 10 giorni con un follow up dopo 60 giorni dalla guarigione” spiega Sansalone.
“Nei soggetti con Covid-19 i marcatori di stress ossidativo nelle cellule spermatiche erano aumentati in maniera significativamente oltre il 100%, paragonati ai maschi che non avevano contratto il virus. Ma non è tutto: gli studiosi hanno osservato l’attivazione dei percorsi di morte delle cellule spermatiche, una riduzione della concentrazione degli spermatozoi del 516%, calo della motilità del 209% e modificazioni della forma”.
Tutti i fattori che configurano quella che viene chiamata ‘oligoastenoteratozoospermia’, una delle cause più comuni di riduzione della fertilità.
“Nonostante questi effetti siano reversibili nel periodo successivo alla guarigione, possono rimanere significativamente alti e a livelli fuori norma nei soggetti che hanno avuto il covid-19, con una gravità correlata alla severità con cui si è manifestata la malattia”.
Le nuove scoperte indicano che gli uomini che hanno avuto la malattia potrebbero avere difficoltà a concepire per questo il suggerimento è quello di un controllo andrologico dopo la guarigione, tanto che gli esperti suggeriscono di dichiarare il sistema riproduttivo organo ad alto rischio da OMS.