Ricciardi invoca il lockdown per Napoli e Milano
Napoli e Milano devono essere messe in lockdown. E’ questo in sintesi il messaggio lanciato dal consigliere del ministro della Salute Walter Ricciardi rispetto ad una situazione che non solo non migliora, ma se possibile continua a peggiorare. Ricciardi ha spiegato che «a Milano e Napoli uno può prendere il Covid entrando al bar, al ristorante, prendendo l’autobus. Stare a contatto stretto con un positivo è facilissimo perché il virus circola tantissimo. In queste aree il lockdown è necessario, in altre aree del Paese no». Stando così le cose la posizione di Ricciardi sembra rafforzare quanto chiesto già ormai da giorni dal presidente De Luca. Mentre sulle critiche di Matteo Renzi per la chiusura di cinema e teatri, prevista nell’ultimo Dpcm, Ricciardi risponde: «Se sei a Milano è un luogo dove te lo puoi prendere anche al cinema. In altre città la situazione non è la stessa. A Milano e Napoli è impensabile qualsiasi attività che prevede l’avvicinarsi di persone negli spazi chiusi”. Ci troviamo, infatti, ha aggiunto, in presenza “di migliaia di soggetti asintomatici che tornano a casa, dove non si indossa la mascherina, ci si bacia e ci si abbraccia».
NIENTE EFFETTO GREGGE
Intanto, mentre la politica discute sull’opportunità di adottare misure più o meno restrittive, la scienza sembra dirci che il tanto atteso, e controverso, effetto gregge potrebbe essere più che altro un miraggio. In particolare, sta facendo discutere una nuova ricerca che mostra come gli anticorpi scompaiano rapidamente quando ci si riprende dalla malattia. Cosa che spiegherebbe anche le recidive di infezione. Lo studio, condotto nel Regno Unito, ha dimostrato che l’immunità svanisce rapidamente nel tempo. Addirittura in appena tre mesi (il tempo della ricerca partita quando il lockdown nel Regno Unito è stato allentato) il numero di persone con anticorpi è diminuito del 26,5%, da quasi il 6% al 4,4%. I ricercatori hanno anche scoperto che i giovani, quelli delle comunità nere, asiatiche e minoranze etniche e gli operatori sanitari avevano livelli di anticorpi più elevati, probabilmente per un’esposizione ripetuta o maggiore al virus. Non solo: le persone asintomatiche hanno maggiori probabilità di perdere rapidamente i loro anticorpi rispetto a quelle che hanno manifestato i sintomi. E sebbene tutte le età siano interessate dalla perdita degli anticorpi, gli anziani ne soffrono di più.