Sud indietro su assistenza e servizi, Italia a due velocità
L’assistenza sanitaria è carente al sud, l’Istat disegna ancora una volta un’Italia a due velocità. Le persone molto soddisfatte di una visita specialistica (non in ospedale) si fermano praticamente al Lazio, con un recupero in Puglia e Sardegna. Le altre Regioni sono tutte con le percentuali più basse di gradimento. Dato questo confermato dal punteggio medio di soddisfazione per l’ultima visita specialistica che divide ancora una volta il Nord (positivo) e parte del Centro (a eccezione di Puglia e Sardegna) dal Sud (negativo).
Il giudizio dei cittadini sui servizi sanitari e l’assistenza lo ha riportato l’Istat, nell’indagine Health for all Italia datata dicembre 2016, un data base sempre aggiornato che riporta i dati principali sui servizi sanitari.
In particolare, per i ricoveri ospedalieri, le percentuali più alte di soddisfazione (superiori al 78%) sono tutte dall’Emilia Romagna in su, con l’eccezione dell’Umbria al Centro e della Sardegna al Sud. Quelle più basse in Calabria e Basilicata.
Sul territorio invece la situazione conferma la scarsissima assistenza. Non si parla più di “soddisfazione” dei cittadini nelle tabelle Istat, ma semplicemente di tassi di utilizzo o casi trattati. Come ad esempio per l’assistenza domiciliare integrata, che ovunque mantiene il più basso indice di casi trattati, con l’unica eccezione dell’Emilia Romagna dove la situazione è leggermente migliore. Ma nessuna Regione raggiunge valori alti come per altri indicatori.
Alcuni indicatori che riguardano le patologie confermano, invece, la situazione denunciata da Beatrice Lorenzin. Per quanto riguarda i tumori del colon retto (ma non solo, la voce Istat comprende anche altri tipi di tumore analoghi), le Regioni che hanno il maggior numero di casi e il maggior numero di dimissioni (più ricoveri in questo caso indicano minore appropriatezza: i “colori” sono quindi al contrario di quelli del gradimento) sono le Regioni del Sud, con una situazione leggermente migliore questa volta in Calabria e Sicilia. Nelle dimissioni per tumore della mammella invece la situazione è relativamente simile in tutte le Regioni, con leggere differenze in più o in meno nel Sud e in Piemonte, In Umbria, Marche, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Gulia.
L’immagine che l’Istat dà dei posti letto residenziali sul territorio segue – ancora una volta in negativo – quella dell’assistenza domiciliare integrata: tutte le Regioni sono al livello più basso, tranne la Lombardia che registra un leggero miglioramento rispetto alle altre.
I medici ospedalieri di cui i cittadini si dichiarano molto soddisfatti sono tutti al Centro-Nord (tranne il Piemonte) e la situazione è praticamente sovrapponibile per il giudizio dato sugli infermieri, sempre in ospedale. Se poi a questi indici si sovrappone anche quello di chi è molto soddisfatto per i servizi igienici offerti in ricovero, il quadro si consolida e si hanno ancora una volta le Regioni del Centro Nord che di più soddisfano i cittadini e le situazioni di gradimento minore praticamente tutte nelle Regioni messe in mora da Beatrice Lorenzin. Il ministro ha detto all’ansa, parlando dei Lea che “i conti in questi anni sono migliorati, anche se le Regioni commissariate sono troppe, ma se possiamo dire che i piani di rientro e i commissariamenti hanno funzionato sotto il profilo economico, lo stesso non può dirsi per le cure”.
Le Regioni del sud, sempre in qualche modo a conferma delle parole del ministro, sono anche quelle dove la spesa sanitaria rispetto al Pil (pubblica e privata) è più pesante: non per nulla si tratta delle Regioni ancora in deficit, con commissario e piano di rientro.