Tumore al seno, 1 italiano su 2 non è consapevole dell’importanza dell’aderenza terapeutica
Il tumore al seno è la neoplasia più frequente nelle donne, con circa 54 mila nuove diagnosi ogni anno, di cui circa il 70 per cento di tipo HR+/HER2-. La sopravvivenza a 5 anni delle donne con tumore della mammella in Italia è pari all’88 per cento, ed è variabile a seconda del tipo di tumore e dello stadio della malattia alla diagnosi.
Nonostante la neoplasia sia molto conosciuta, secondo i dati di un’indagine condotta da Adnkronos in collaborazione con EMG Different, gli italiani sono consapevoli dell’importanza di seguire le cure prescritte dopo un intervento al seno, ma solo 1 su 2 sa che questo comportamento contribuisce a ridurre recidive e mortalità. Tra il 30 per cento e il 50 per cento delle pazienti interrompe il trattamento ormonale prima del tempo, spesso a causa degli effetti collaterali o per mancanza di informazioni.
La prevenzione del tumore al seno
In Italia, il tumore al seno è ancora la neoplasia più comune tra le donne, ma con i progressi dell’innovazione scientifica è sempre più curabile. In molti casi è gestibile nel tempo, quasi come una patologia cronica. Oltre alla diagnosi precoce (screening, controlli regolari, stili di vita sani), è essenziale l’aderenza terapeutica, ovvero il rispetto del percorso di cura indicato dai medici, a cui può essere necessario ricorrere dopo una diagnosi di un tumore della mammella.
Lilly ha lanciato di recente una campagna rivolta alle pazienti e ai caregiver, per aumentare la consapevolezza sull’importanza dell’aderenza terapeutica nella prevenzione di recidive nel tumore al seno e nella valorizzazione dell’efficacia delle cure, un percorso che si fa giorno dopo giorno. Al centro della campagna, un oggetto quotidiano: un bottone rosa, simbolo di vicinanza e continuità, un promemoria da tenere con sé, per non “perdere il filo” delle cure.
La campagna
“The Life Button – il bottone che ti lega alla vita”è stato patrocinato da Europa Donna Italia, Fondazione IncontraDonna e Salute Donna ODV. Il bottone rosa ricorda che l’aderenza non è un dovere individuale, ma una responsabilità condivisa. Medici, caregiver, amici, familiari: tutti possono aiutare una donna a non mollare. Sul retro del bottone, parole che accompagnano: “Un giorno dopo l’altro.” “Ne vale la pena.” “Non perdere il filo delle cure.” “Io ci sono.” Viene distribuito nei centri oncologici in tutta Italia che aderiranno all’iniziativa, e raccontato attraverso un video emozionale sul sito www.thelifebutton.it.
L’iniziativa è stata presentata a Milano in una conferenza che è stata anche un momento di condivisione e confronto tra rappresentanti del mondo scientifico e delle istituzioni, accompagnati dalle testimonianze di Rosanna D’Antona, Presidente Europa Donna Italia, Antonella Campana, Patient Advocate Fondazione IncontraDonna e Anna Maria Mancuso, Presidente Salute Donna ODV. Le tre Associazioni dei Pazienti hanno sottolineato in un video l’importanza del rapporto medico-paziente e del rapporto paziente-caregiver. Entrambi sono essenziali per garantire un percorso terapeutico più consapevole ed efficace.
Oggi la maggior parte delle donne guarisce
«Il tumore al seno è la neoplasia più frequente nelle donne con circa 54 mila nuove diagnosi ogni anno, di cui il 68-70 per cento di tipo HR+/HER2-. La sopravvivenza a 5 anni delle donne con tumore della mammella in Italia è pari all’88 per cento, ed è variabile a seconda del tipo di tumore e dello stadio della malattia alla diagnosi. – ha affermato Grazia Arpino, Professore Associato all’ Università Federico II di Napoli.
Negli anni tanto è stato fatto per la prevenzione di questo tumore, oggi la maggior parte delle donne guarisce in modo definitivo e abbiamo assistito a una riduzione della mortalità del 6 per cento. Adottare stili di vita sani aumenta la possibilità di vivere più a lungo e in salute, ma sicuramente l’aderenza terapeutica ha un ruolo fondamentale per prevenire e per diminuire al minimo il rischio di recidive».
9 italiani su 10 vorrebbero maggiore comunicazione
Sempre dall’indagine condotta da Adnkronos in collaborazione con EMG Different emerge anche che solo il 23 per cento si sente davvero informato sul tema dell’aderenza terapeutica, e 9 italiani su 10 vorrebbero una maggiore comunicazione. «La principale paura legata a una malattia come quella del tumore al seno è senza dubbio quella di un ritorno del tumore e di non accorgersene in tempo», ha dichiarato Alessandra Fabi, Direttore UOSD Medicina di Precisione in Senologia, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Roma.
«Seguire le indicazioni del medico è necessario affinché la terapia possa dare il massimo del suo beneficio ed avere il suo effetto terapeutico, ma questo non è sempre facile, a causa dei forti effetti collaterali, della stanchezza, scoraggiamento, che troppo spesso inducono a voler interrompere le cure prima del tempo. Noi come medici dobbiamo impegnarci per evitare che questo accada, e instaurare un rapporto di fiducia tra medico e paziente, che sia fonte di un supporto, sostegno e confronto costante».