Microplastiche, nel cervello umano in media ce n’è un cucchiaino: +50% rispetto a 8 anni fa
Il corpo umano è ormai contaminato dalla plastica ma gli effetti sulla salute sono ancora poco noti. Un ultimo studio pubblicato su Nature Medicine ha evidenziato la presenza di microplastiche anche nei tessuti cerebrali. Secondo gli scienziati, ad oggi il cervello umano è costituito al 99,5 % da tessuto cerebrale. Il restante è plastica.
I ricercatori hanno analizzato campioni post-mortem e hanno rilevato particelle di plastica in diverse aree del cervello. Lo studio è stato condotto dall’Università del New Mexico. Dai risultati emerge che il quantitativo di plastica presente oggi è del 50% maggiore rispetto a 8 anni fa. In altre parole, il cervello umano sì sta progressivamente riempiendo di plastica.
Gli studiosi hanno trovato da 3 a 5 volte più frammenti di plastica nei cervelli di 12 persone cui era stata diagnosticata la demenza prima della morte. Ad oggi, però, ipotizzano che il maggiore accumulo sia proprio una conseguenza dalla malattia.
I risultati della ricerca

I ricercatori hanno esaminato campioni di tessuto cerebrale provenienti da donatori deceduti e hanno utilizzato tecniche avanzate di microscopia. Le particelle rilevate erano principalmente composte da polietilene e polistirene, materiali comunemente utilizzati nella produzione di plastica. Le dimensioni delle particelle variavano da 5,5 a 26,4 micrometri, circa un quarto del diametro di un capello umano.
I campioni sono stati prelevati durante autopsie effettuate tra il 1997 e il 2024. Le particelle di plastica rappresentavano in media lo 0,48% del peso del tessuto cerebrale, equivalenti a un cucchiaino di plastica per individuo.
Confronto con altri organi
Lo studio ha confrontato la presenza di particelle nel cervello con quella in altri organi vitali come fegato e reni. I risultati hanno evidenziato che il cervello è uno dei tessuti più contaminati dalla plastica mai campionati, con livelli superiori rispetto a quelli riscontrati in fegato e reni. Inoltre, le particelle scoperte nel cervello sono più piccole di quelle osservate in altri organi.
I dati indicano un aumento significativo dei livelli di plastica nel tessuto cerebrale nelle autopsie più recenti rispetto a quelle del 2016. Questo trend riflette la crescente presenza di plastica nell’ambiente.
Le implicazioni per la salute umana
Sebbene lo studio non abbia determinato gli effetti specifici dei frammenti di plastica nel cervello, la loro presenza potrebbe essere associata a processi infiammatori o ad altre alterazioni neurologiche. Gli autori sottolineano la necessità di ulteriori ricerche per comprendere appieno le conseguenze dell’accumulo di particelle nei tessuti cerebrali.
Le fonti di esposizione alle microplastiche
Le microplastiche sono ovunque, incluso aria, acqua e alimenti. L’esposizione umana può avvenire attraverso l’inalazione di particelle sospese nell’aria o l’ingestione di cibi e bevande contaminati. Gli autori dello studio suggeriscono che le particelle potrebbero attraversare la barriera emato-encefalica, raggiungendo così il cervello.








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