Freddo: perché è un fattore di rischio per il cuore
L’inverno mette alla prova il cuore, con temperature rigide, infezioni respiratorie e inquinamento. Il freddo, infatti, può diventare un fattore di rischio cardiovascolare.
Il corpo umano reagisce alle basse temperature con un meccanismo di difesa: la vasocostrizione. Le arterie periferiche si restringono per limitare la dispersione di calore e proteggere gli organi vitali. Questo fenomeno aumenta la pressione arteriosa e il battito cardiaco, affaticando il cuore. Per chi soffre di patologie cardiovascolari, il rischio di infarto o ictus cresce.
Ne ha parlato il dottor Davide Romagnolo, cardiologo presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano e gli ambulatori Humanitas Medical Care.
Il freddo e il sistema cardiovascolare
Quando la temperatura scende, il cuore lavora di più. L’organismo restringe i vasi sanguigni per conservare calore, ma questo porta a un aumento della pressione arteriosa. Per i pazienti con placche aterosclerotiche, anche asintomatiche, il freddo può essere un fattore scatenante di eventi ischemici, ha spiegato lo specialista sulle pagine del centro.
Uno studio pubblicato sulla rivista Circulation ha rilevato un incremento del 7% nel rischio di infarto per ogni abbassamento della temperatura di 10°C. Le temperature rigide possono causare un aumento della viscosità del sangue, facilitando la formazione di coaguli e aumentando il rischio di trombosi.
Inquinamento e infezioni aggravano il rischio
L’inverno porta con sé un aumento delle infezioni respiratorie. Influenza, polmonite e virus respiratori mettono sotto stress il sistema immunitario e possono innescare reazioni infiammatorie. Questo processo può destabilizzare le placche aterosclerotiche e favorire la formazione di trombi.
Uno studio dell’European Heart Journal ha dimostrato che le infezioni respiratorie aumentano il rischio di infarto del 17% nei sette giorni successivi all’insorgenza dei sintomi.
A peggiorare la situazione è l’inquinamento atmosferico. Durante l’inverno, il riscaldamento domestico e il traffico urbano aumentano le concentrazioni di particolato fine (PM2.5). L’Agenzia Europea dell’Ambiente ha confermato che l’esposizione a PM2.5 è collegata a un incremento del rischio di eventi cardiovascolari acuti.
Proteggere il cuore dal freddo, i consigli dello specialista di Humanitas:
- Vestirsi in modo adeguato
Gli sbalzi termici, per esempio passando da un luogo interno a uno esterno, aumentano il rischio. Indossare abiti a strati aiuta a mantenere una temperatura corporea stabile. - Evitare sforzi intensi al freddo
Sforzi improvvisi, come spalare la neve o correre, aumentano il rischio. Uno studio dell’Università di Uppsala ha evidenziato che gli attacchi cardiaci sono più frequenti nelle prime ore del mattino, quando la temperatura corporea è più bassa. - Prevenire le infezioni
La vaccinazione antinfluenzale e antipneumococcica è raccomandata per le persone a rischio. L’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea che la vaccinazione riduce del 45% il rischio di complicanze cardiovascolari gravi nei soggetti con patologie preesistenti. - Limitare l’esposizione all’inquinament
Le giornate con livelli elevati di smog sono pericolose per il cuore. Evitare attività all’aperto nelle ore di punta del traffico riduce l’esposizione alle particelle inquinanti.
Quando rivolgersi al cardiologo
Alcuni segnali non vanno sottovalutati. È necessario un controllo medico urgente in presenza di:
• Dolore toracico, soprattutto sotto sforzo o al freddo
• Palpitazioni o aritmie
• Svenimenti improvvisi
• Mancanza di fiato anche a riposo
Un controllo cardiologico preventivo è consigliato soprattutto per gli uomini dopo i 40 anni e le donne dopo la menopausa.
Conclusione
Il freddo è un fattore di rischio per il cuore, soprattutto per chi soffre di malattie cardiovascolari. Le temperature rigide aumentano la pressione arteriosa, le infezioni aggravano l’infiammazione e l’inquinamento contribuisce al rischio di eventi acuti. Proteggersi con abbigliamento adeguato, evitare sforzi intensi e vaccinarsi può ridurre il rischio. In presenza di sintomi, consultare il cardiologo è fondamentale.










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