Disturbi dell’Apprendimento (DSA): come riconoscerli e intervenire in tempo
Un tempo, i bambini che faticavano a leggere, scrivere o fare alcuni calcoli venivano etichettati come svogliati o meno intelligenti. Oggi sappiamo che dietro queste difficoltà può nascondersi un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA). Si tratta di una condizione di origine neurobiologica che influisce sulla capacità di apprendere alcune abilità di base, senza compromettere l’intelligenza generale.
Secondo il Ministero dell’Istruzione, nel 2021 oltre 326.000 studenti hanno ricevuto una diagnosi di DSA, un numero in costante crescita, con un aumento annuo superiore al 5 per cento. Questo dato riflette una maggiore consapevolezza, ma anche la necessità di riconoscere i segnali precoci per garantire ai bambini il giusto supporto scolastico e psicologico.
Cosa sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento
I DSA sono disturbi del neuro-sviluppo che si manifestano in modo diverso da bambino a bambino, ma rientrano in quattro principali categorie:
- Dislessia: difficoltà nella lettura fluente e corretta. Il bambino fatica a riconoscere le parole scritte, legge lentamente e può invertire lettere o sillabe.
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Disortografia: difficoltà nel rispettare le regole ortografiche. Gli errori riguardano l’uso delle doppie, l’omissione di lettere e l’inversione di suoni simili.
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Disgrafia: difficoltà nella scrittura dal punto di vista grafico. Il tratto può essere irregolare, disordinato o poco leggibile.
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Discalculia: difficoltà nel calcolo e nella comprensione dei numeri. Il bambino può avere problemi a riconoscere le quantità, a memorizzare le tabelline o a risolvere semplici operazioni aritmetiche.
I DSA non sono una malattia, sottolineano gli specialisti, e non si “guarisce”, perché derivano da un diverso funzionamento del cervello. Tuttavia, una diagnosi precoce e un adeguato supporto possono aiutare i bambini a sviluppare strategie efficaci per affrontare la scuola senza frustrazioni.
I segnali da non sottovalutare
Individuare un DSA il prima possibile può evitare che il bambino accumuli difficoltà e perda fiducia nelle proprie capacità. Alcuni segnali possono emergere già nella scuola dell’infanzia, tra cui: difficoltà a riconoscere e riprodurre i suoni delle parole, ritardo nello sviluppo del linguaggio, problemi di memoria e attenzione, scarsa coordinazione motoria, difficoltà nel disegno e nelle attività manuali.
Con l’inizio della scuola primaria, si possono osservare altri campanelli d’allarme, tra cui: lettura lenta e faticosa, con difficoltà a unire le sillabe, errori ortografici frequenti, anche su parole semplici, difficoltà nel copiare dalla lavagna, scarsa motivazione scolastica, tendenza a evitare i compiti e le attività di lettura e scrittura.
Non sempre queste difficoltà indicano un DSA, ma se persistono è consigliabile una valutazione specialistica.
Perché le diagnosi sono in aumento
Negli ultimi anni, le diagnosi di DSA sono cresciute sensibilmente. Questo aumento non significa che i disturbi siano più diffusi, ma che oggi vengono riconosciuti con maggiore facilità rispetto al passato. Il riconoscimento precoce è fondamentale per evitare che il bambino sviluppi un senso di inadeguatezza e perda fiducia in sé stesso. Studi scientifici dimostrano che intervenire tempestivamente con un supporto adeguato migliora significativamente l’esperienza scolastica e riduce il rischio di abbandono scolastico.
Come avviene la diagnosi
La diagnosi di DSA può essere elaborata da un centro specializzato e inizia di solito con una valutazione cognitiva, per escludere difficoltà intellettive, e prosegue con test specifici per la lettura, la scrittura e il calcolo. La diagnosi di dislessia, disortografia e disgrafia può essere effettuata a partire dalla seconda elementare, mentre per la discalculia bisogna aspettare la terza. Questo perché alcune abilità matematiche si consolidano più tardi.
Se il bambino riceve una diagnosi di DSA, la scuola predispone un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che prevede strumenti compensativi e misure dispensative per aiutarlo nell’apprendimento.
Cosa succede se la diagnosi arriva tardi
Alcuni bambini ricevono la diagnosi solo alla scuola media o superiore. In questi casi, il problema diventa più complesso da gestire, perché il carico di studio è maggiore e le difficoltà accumulate negli anni possono aver minato la motivazione e l’autostima.
Se un bambino impara a usare strumenti compensativi come la sintesi vocale o la calcolatrice fin dalla primaria, li percepisce come un aiuto naturale. Un ragazzo delle medie o delle superiori, invece, può vivere l’introduzione di questi strumenti come un segno di diversità, con un impatto emotivo più forte.
Tuttavia, anche in caso di diagnosi tardiva, il supporto di specialisti aiuta lo studente a sviluppare strategie di studio più efficaci, migliorando il rendimento e il benessere scolastico.
Il ruolo degli insegnanti
Gli insegnanti sono fondamentali nel riconoscere i segnali di un DSA e nel creare un ambiente di apprendimento inclusivo. La legge italiana prevede che gli studenti con DSA abbiano diritto a misure come: uso del computer e di software di lettura e scrittura, dispensa dalla lettura ad alta voce e dal prendere appunti manualmente, tempi più lunghi per le verifiche scritte. Integrare questi strumenti nella didattica può migliorare l’apprendimento non solo degli studenti con DSA, ma dell’intera classe, creando un ambiente più inclusivo.
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