Stereotipi di genere, come è vista la violenza. I dati Istat
La società ha fatto grandi passi avanti in termini di civiltà e conquista dei diritti negli ultimi decenni. Eppure a livello culturale ancora permangono stereotipi legati al genere. A livello sociale dai primi dati emerge un’immagine della violenza ad alcuni livelli non riconosciuta come tale per una parte significativa di popolazione. Si tratta soprattutto di anziani e con un livello di istruzione più basso. Lo mette in luce il rapporto provvisorio realizzato dall’Istat sull’immagine della violenza. Dai dati provvisori maggio-luglio 2023 emerge una minore tolleranza della violenza fisica nella coppia. Il 10,2 per cento degli intervistati, soprattutto giovani, dichiara però di accettare ancora il controllo dell’uomo sulla comunicazione (cellulare e social) della propria moglie/compagna.
48,7% degli intervistati ha ancora almeno uno stereotipo sulla violenza sessuale
Con riferimento al periodo compreso tra il 2018 e il 2023 si riducono gli stereotipi sui ruoli di genere, ma si allarga la distanza tra le opinioni degli uomini e delle donne. Sono soprattutto le donne ad avere meno stereotipi. Il 48,7 per cento degli intervistati ha ancora almeno uno stereotipo sulla violenza sessuale. Il 39,3 per cento degli uomini pensa che una donna possa sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole e quasi il 20 per cento pensa che la violenza sia provocata dal modo di vestire delle donne.
Anziani e meno istruiti hanno più stereotipi
Le persone più anziane e meno istruite hanno opinioni più stereotipate, ma anche questo dato è in diminuzione rispetto al 2018. Parlare della violenza (31,4%) e condurre iniziative a favore delle donne vittime (15,8%) aiuta a far crescere la consapevolezza della gravità del fenomeno. In cima alla graduatoria sono la sincerità, l’affidabilità, la capacità di essere comprensivi e l’intelligenza le qualità ritenute più importanti. Non emergono differenze significative tra uomini e donne.