Tempo di lettura: 2 minuti“Una tosse incessante con una fastidiosa produzione di muchi, ma anche una costante sensazione di affanno e frequenti episodi di infezione ai bronchi”. Intervenuta ai microfoni di
Radio Kiss Kiss per il consueto appuntamento con le
Pillole di Salute volute dal
network editoriale PreSa, la dottoressa
Giulia Scioscia (specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio e ricercatrice presso l’Università di Foggia) spiega che sono questi i campanelli d’allarme della Broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco). Una malattia della quale si sente parlare poco, nonostante i numeri in costante crescita e nonostante, ad oggi, sia la terza causa di morte nel vecchio continente.
Dottoressa Scioscia, ci spiega quali sono le caratteristiche della Bpco?
“Diciamo subito che si tratta di una malattia cronica a carico dei bronchi. È purtroppo una malattia che ha un forte impatto sulla qualità di vita dei pazienti che ne sono affetti”.
Qual è la principale causa della Bpco?
“Ancora oggi è il fumo di sigaretta”.
Come si può arrivare ad una diagnosi certa?
“Lo strumento principale per la diagnosi è la spirometria. Si tratta di un esame non invasivo che consiste in un test capace di evidenziare un’eventuale ostruzione della capacità polmonare”.
Quali sono i trattamenti per la Bpco?
“Il trattamento è incentrato su terapie inalatorie che i pazienti devono effettuare quotidianamente. La Bpco è una malattia complessa, che porta con sé diverse criticità. Ad oggi, purtroppo, uno dei punti deboli nel trattamento è il ritardo con il quale si arriva ad una diagnosi, molti pazienti vengono intercettati quando sono già nelle fasi avanzate della malattia”.
C’è anche un problema di compliance terapeutica?
«Sì, ancora oggi registriamo spesso una scarsa aderenza alla terapia inalatoria, perché questa viene sottovalutata rispetto alle terapie orali”.
Quindi, l’arma vincente è la prevenzione?
“La prevenzione è particolarmente importante, è essenziale abbandonare il fumo di sigaretta e di fare, almeno una volta nella vita, una spirometria”.
Quali sono, se ci sono, le novità in vista nei prossimi mesi e anni?
“Ad oggi le opzioni terapeutiche sono essenzialmente quelle inalatorie, che agiscono solo sull’infiammazione dei bronchi. A breve saranno disponibili, per i pazienti con una patologia di grado severo, terapie biologiche che rispetto alle terapie inalatorie riescono ad agire sull’infiammazione (terapie target) che potranno cambiare il paradigma di cura della Bpco”.