Cancro della cervice tra i più prevenibili con prevenzione. L’impatto economico
Il cancro della cervice è tra i più prevenibili al mondo. Per decenni questo tumore è stato il più comune tra le donne a livello globale, ma nei Paesi ad alto reddito la situazione è cambiata grazie a screening e vaccini.
Secondo il Global Cancer Observatory (GloboCan), il carcinoma cervicale è oggi il quarto tumore più diffuso tra le donne, rappresentando il 6,9% dei nuovi casi. Il 60% delle diagnosi si registra in Asia e il 19% in Africa, dove resta il tumore più frequente in 25 Paesi, soprattutto nell’Africa sub-sahariana. Nei Paesi occidentali, invece, incidenza e mortalità continuano a calare grazie al Pap-test, all’HPV test e alla vaccinazione.
Il cancro della cervice in Italia
Il tumore della cervice uterina si sviluppa nella parte inferiore dell’utero. In Italia si registrano circa 2.500 nuovi casi di tumore della cervice ogni anno, pari all’1,3% delle diagnosi oncologiche femminili. La sopravvivenza a cinque anni è del 68%, secondo il rapporto I numeri del cancro in Italia 2023. Un’analisi del WifOR Institute conferma il valore della prevenzione, già al centro della strategia globale lanciata dall’OMS nel 2020 per eliminare questo tumore come problema di salute pubblica entro pochi decenni.
La sostenibilità del SSN
In un contesto di costante crescita dei costi sanitari, il valore economico degli investimenti nella prevenzione oncologica diventa sempre più rilevante. Uno studio condotto dal WifOR Institute, firmato da Karla Hernandez-Villafuerte, Dr. Maike Schmitt, Dr. Jan Ludwig Fries e Dr. Malina Müller, propone un nuovo metodo di valutazione degli effetti economici degli investimenti in prevenzione sanitaria: il Health ROI Assessor Framework.
L’analisi, applicata alla prevenzione del cancro cervicale in Germania attraverso lo screening con Pap test, mostra che ogni milione di euro investito nella prevenzione può generare un significativo ritorno economico, sia all’interno che al di fuori del settore sanitario.
Il ritorno economico della prevenzione
Secondo i risultati dello studio, per ogni 1 milione di euro investito nella prevenzione del cancro cervicale in Germania, si creano circa 2 milioni di euro di valore aggiunto lordo e 32 nuovi posti di lavoro nell’arco di tre anni. Di questi 1,12 milioni di euro derivano dagli effetti diretti nella sanità e 850.000 euro da effetti indiretti nel resto dell’economia.
A livello occupazionale, l’investimento di 1 milione di euro nella prevenzione genera 20 nuovi posti di lavoro nel settore sanitario e altri 12 in altri settori. Inoltre, mentre nel primo anno vengono creati 13 posti di lavoro, nei due anni successivi se ne aggiungono altri 19.
Effetti sulla produttività e il capitale umano
Oltre all’impatto diretto nel sistema economico, il modello evidenzia anche gli effetti sulla produttività, riducendo le perdite economiche causate dalle morti premature dovute al cancro cervicale. I dati mostrano che lo screening con maggiore frequenza (ogni due anni) produce i maggiori benefici, con 13 milioni di ore di lavoro guadagnate in termini di produttività retribuita e 11 milioni di ore risparmiate in termini di tempo non retribuito. Questi guadagni corrispondono a un valore economico di circa 620 milioni di euro.
Un nuovo metodo per misurare gli effetti economici della sanità
Lo studio propone un approccio innovativo basato su due pilastri:
- Health Economy Footprint – Valuta gli effetti economici diretti e indiretti degli investimenti nella sanità attraverso il valore aggiunto lordo (GVA) e la creazione di posti di lavoro.
- Human Capital Effect – Analizza l’impatto degli investimenti sulla produttività attraverso la riduzione delle perdite economiche legate alle malattie e ai decessi evitabili.
Attraverso una modellizzazione basata su dati epidemiologici e input economici, i ricercatori hanno calcolato il valore economico della prevenzione del cancro cervicale, dimostrando che gli effetti benefici vanno ben oltre il settore sanitario, con ripercussioni positive su tutta l’economia nazionale.
Le prospettive future
Gli autori sottolineano che, sebbene i risultati siano incoraggianti, la metodologia è ancora in fase di sviluppo e verrà ampliata con nuove analisi nei prossimi anni. In particolare, saranno approfonditi tre aspetti:
- Health Economy Footprint – Sarà esteso per valutare il rendimento economico di 10 milioni di euro di investimenti nella prevenzione.
- Human Capital Effect – Verrà ampliata l’analisi delle perdite di produttività evitate grazie alla prevenzione.
- Dinamiche del mercato del lavoro – Saranno integrati nuovi dati sugli effetti della prevenzione nel lungo periodo.
Lo studio evidenzia che una prevenzione efficace può ridurre le perdite di produttività e aumentare il numero di anni lavorati, evitando morti premature e limitando l’assenteismo per malattia. Questo è un aspetto cruciale per economie che affrontano un calo della popolazione attiva.