Diabete tipo 2 colpisce 4 mln di italiani, futuro della presa in carico
Solo nel nostro Paese il diabete colpisce circa 4 milioni di persone. Riguarda soprattutto le fasce più svantaggiate economicamente e socialmente, con un pesante impatto sul Servizio Sanitario Nazionale. Nonostante i progressi degli ultimi anni e le terapie sempre più mirate, la patologia rappresenta un’emergenza in crescita.
Il tema è stato affrontato durante un incontro, partendo dall’analisi del panorama attuale del Diabete di tipo 2 in Italia e fino alle prospettive future. L’evento “La pandemia diabete T2-dai modelli organizzativi, alle criticità gestionali, alle nuove opportunità di cura” è stata l’ultima tappa del Tour Nazionale, curato da Motore Sanità, con il contributo incondizionato di Menarini Group e la collaborazione scientifica di AMD.
Opportunità del PNRR
“Va ripensato l’approccio organizzativo – ha dichiarato Emilio Augusto Benini, Presidente Nazionale FAND,- e il PNRR e il DM77 sono un’occasione unica da non perdere. Le case di comunità, se ben organizzate, possono affettivamente dare servizi al territorio non solo sanitario, ma anche sociale. Il ruolo delle associazioni, così come previsto dal DM77, sarà molto importante nelle case di comunità e FAND sta da tempo organizzando corsi “Diabetico Guida” per aiutare sia i team diabetologici sia per essere presenti nelle case di comunità mettendo al servizio delle persone con diabete le proprie competenze acquisite, ovviamente escludendo gli aspetti clinici”.
Diabete, nuovi assetti per superare criticità
“Tenendo conto delle criticità prospettate e delle soluzioni più diffusamente proposte, possiamo estrarre un ‘leitmotive’ di particolare interesse: ‘la denuncia dello scollamento fra le varie componenti del Sistema salute all’interno del SSN e con le altre istituzioni’ – dichiara Paola Pisanti, Consulente Ministero della Salute. “Ne consegue logicamente come le proposte di cambiamento destinate a superare tale stato, anche alla luce del PNRR e del DM 77, di fatto debbano essere orientate a realizzare soluzioni che ridisegnino gli assetti organizzativi, rafforzando tra l’altro la comunicazione, predisponendo le infrastrutture tecnologiche, rendendo le prassi operative sempre di più interdisciplinari e intersettoriali. Si tratta cioè di creare le condizioni finalizzate a superare il retaggio storico del settorialismo per rendere ‘la organizzazione dell’offerta assistenziale più strutturata e organica, facilmente accessibile da parte del cittadino/utente, efficace nell’ambito clinico ma più efficiente nella gestione, capace di accompagnare ogni persona con diabete con continuità e appropriatezza”.
Innovazione e sfide strutturali
“Il diabete in Italia colpisce circa 4 milioni di persone soprattutto nelle fasce della popolazione più disagiate dal punto di vista economico e sociale e l’impatto della malattia sul Servizio Sanitario Nazionale è assai rilevante”, aggiunge Riccardo Candido, Presidente Nazionale AMD e Presidente FeSDI. “Basti pensare al peso che le complicanze – cardiovascolari, renali, oculari e degli arti inferiori – hanno sulla salute complessiva, ma anche sui costi diretti e indiretti della patologia, pari a circa il 9% della spesa sanitaria. Negli ultimi anni, sono stati fatti enormi passi nella cura del diabete e oggi le soluzioni terapeutiche più innovative sono sempre più vicine alle specifiche esigenze delle persone con diabete. Tuttavia, a livello strutturale, permangono alcune criticità che andranno progressivamente risolte attraverso lo sviluppo di sinergie con tutti i professionisti coinvolti nella presa in carico della persona con diabete”.
Gestione del diabete, la Legge 130
“I pazienti affetti da diabete in Italia sono quasi 4 milioni, a questi vanno aggiunti tutti quelli che non sanno di averlo – ha detto Francesco Maria Salvatore Ciancitto, Deputato di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Affari Sociali -. La malattia ha un notevole impatto da un punto di vista sia clinico e sociale che economico, questo costringe i pazienti a stravolgere in toto il loro stile di vita, per controllare la malattia e prevenire le tante complicanze che possono insorgere. Il nostro obiettivo deve essere quello di facilitare l’accesso all’innovazione tecnologica, alla telemedicina, sburocratizzare e semplificare il sistema assistenziale attraverso il potenziamento della medicina territoriale. Infine servono linee di indirizzo nazionali per un percorso diagnostico terapeutico assistenziali unitario in tutto il territorio, in modo da dare a tutti i cittadini le stesse possibilità di diagnosi e cura. Il Parlamento, con l’istituzione della ‘Legge 130’ – a prima firma del collega onorevole Giorgio Mulè – approvata in via definitiva il 15 settembre 2023, ha già posto le basi per avviare questo lavoro attraverso lo screening diabete che consente le diagnosi precoci da 0 a 17 anni. Come ha anche ricordato il ministro alla Salute, Orazio Schillaci, è questo un provvedimento che pone l’Italia all’avanguardia”.