Tampone liquido, presto potrebbe essere realtà
Lo si potrebbe definire un “tampone liquido”, in realtà è l’acqua usata per fare i gargarismi e può sostituire il classico (e molto fastidioso) tampone nasofapringeo per individuare la presenza del virus SarsCov2. A dimostrare l’affidabilità di questo innovativo metodo è uno studio pubblicato sulla rivista Microbiology Spectrum dai ricercatori tedeschi dell’Università di Costanza. Nello studio, l’esperimento è stato condotto su un gruppo di 80 persone, di cui 26 sono risultate positive al virus sia con il tampone nasofaringeo che con l’acqua usata per fare lo sciacquo in bocca. Il metodo di rilevazione usato in questo studio è quello altamente sensibile usato per il tampone molecolare. «I nostri risultati – dice uno dei ricercatori – mostrano che in tutti i casi in cui le persone sono risultate positive con il tampone nasofaringeo, il virus può essere rilevato anche nell’acqua usata per lavarsi la bocca con lo stesso metodo di analisi chimica».
AUTONOMIA
Questa metodologia potrebbe essere molto utile per i bambini e per tutte le persone che hanno difficoltà a sottoporsi al classico tampone. Il tampone liquido può essere svolta in sicurezza anche nello studio del medico di famiglia, senza bisogno di equipaggiamento protettivo extra per gli operatori e gli stessi pazienti possono eseguirlo da soli. «Di solito mandiamo i pazienti con la soluzione da usare per sciacquare la bocca e il contenitore di raccolta fuori. Lo fanno davanti ad una finestra osservati da un operatore – continua – Visto che il tampone nasale non è molto piacevole, stiamo cercando un’alternativa e questa può essere accettata facilmente». Alternativa che di certo potrà rendere molto più semplice la diagnosi delle infezioni da Covid e quindi avviare efficacemente il tracciamento dei contatti spezzando sul nascere la catena del contagio. Infatti, se questa tecnologia dovesse risultare conveniente anche sotto il profilo economico potremmo trovarla presto in commercio. tampone