Epatite virale e cirrosi, picchi preoccupanti in Campania
«Grazie al Piano di eradicazione dell’infezione da HCV, l’Agenzia Italiana del Farmaco consente il trattamento con i nuovi farmaci ad azione antivirale diretta a tutti i pazienti, indipendentemente dalla gravità della malattia di fegato. Il 75% dei soggetti con infezione da HCV può presentare manifestazioni extraepatiche quali diabete, demenza, problemi cardiovascolari, danno renale ed ematologici; l’eradicazione dell’ HCV si traduce in un beneficio clinico globale ed ad una riduzione della mortalità». Le parole sono quelle di Ernesto Claar, presidente dell’Aigo Campania, l’associazione nazionale di gastroenterologi ospedalieri, e motore di nuo degli eventi più attesi dell’anno in tema di formazione. In questi, sul lungomare di Napoli (al centro Congressi Federico II in via Partenope), si sta infatti discutendo Strategie di eliminazione radicale del virus C e sostenibilità economica, manifestazioni extra-epatiche dell’infezione da HCV e delle loro possibili terapie e, infine, steatosi epatica non alcolica (NAFLD o “fegato grasso”) che rappresenta l’aspetto epatico della sindrome metabolica (la vera, grande e crescente epidemia dell’era moderna). Il corso «L’Epatologia nel terzo millennio» è promosso dall’Ospedale Evangelico Betania.
La Campania
Nella nostra regione la mortalità per cirrosi epatica e per epatocarcinoma è più alta rispetto alla media nazionale. La stima è di circa 100 mila soggetti portatori di infezione da HCV. L’obiettivo è quello di creare sempre maggiori sinergie tra specialisti, a partire dai medici di base, anche per spingere quanti più soggetti possibile ad effettuare i test e far emergere la malattia “sommersa”. Aspetto sanitario ma anche sociale: con l’aumentare dell’immigrazione non è semplice fare previsioni perché queste persone potrebbero costituire una variabile da non sottovalutare. Grazie all’impiego delle nuove terapie e l’impegno dei clinici e delle istituzioni, negli ultimi tre anni sono stati guariti dall’infezione 97.300 pazienti in Italia, di cui quasi 13.000 in Campania. Le percentuali di successo grazie ai nuovi regimi terapeutici per la cura della epatite C raggiunge il 98%.
Test immediati per i cittadini
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato il programma “Towards the elimination of epatitis B e C by 2030”, che ha come obiettivo quello di assicurare nei prossimi 13 anni la terapia dell’HBV e dell’HCV all’80% dei pazienti, con una previsione di ridurre del 90% le nuove infezioni e del 65% il tasso di mortalità entro il 2030. All’esterno della sede congressuale l’AIGO Campania, in collaborazione con l’Associazione dei pazienti EpaC e l’Asl Napoli 1 Centro, mette a disposizione unità informative allo scopo di sensibilizzare la popolazione e allo stesso tempo effettuare, ai soggetti interessati, i test salivari per l’individuazione dell’Epatite C.
[wl_chord]