L’intero mondo accademico è incredulo nel piangere la scomparsa della professoressa, e per molti amica, Gabriella Fabbrocini. La notizia della sua morte (Gabriella Fabbrocini aveva da poco compiuto 58 anni) arriva all’improvviso e i messaggi di cordoglio si moltiplicano velocemente. A decine, centinaia, i suoi pazienti sentono il bisogno di dedicarle un ultimo saluto sui social. Quei pazienti, ai quali si dedicava ogni giorno con gentilezza e passione, oggi si sentono un po’ più soli.
Il SUO SORRISO
La redazione di PreSa la ricorda con quel sorriso che, sempre, le illuminava il volto. Ricordiamo di Gabriella la sua disponibilità e la voglia di spiegare in modo chiaro alcuni importanti concetti da trasmettere ai lettori. Non lo faceva per il desiderio di apparire, bensì per combattere lo stigma e rompere il muro di solitudine che troppo spesso circonda le persone affette da psoriasi o altre malattie della pelle. Essere al fianco dei più fragili per lei era normale. Un dovere. Anche per questo, anni fa, aveva dato vita ad un ambulatorio per la cura dermocosmetologica delle reazioni cutanee da chemioterapici. Un lavoro per il quale aveva le era stato assegnato un prestigioso riconoscimento. Nel dicembre 2019, a Gabriella Fabbrocini fu assegnato il Premio PreSa “Dalla parte dei fragili. Il ruolo del paziente tra assistenza, innovazione terapeutica e welfare”.
LA MALATTIA
Sul finire della scorsa estate, Gabriella Fabbrocini aveva iniziato una battaglia contro un nemico impossibile da battere. Vista la sua esperienza ne era consapevole, ma non per questo si è lasciata andare. È sempre rimasta al suo posto, al Policlinico, e molti non avrebbero neanche mai immaginato quale battaglia stesse portando avanti.
LA SUA GIOIA
Contagiosa. Si potrebbe definire così la sua voglia di vivere e di condividere con gli amici più cari momenti di gioia. Per chiunque l’abbia conosciuta, Gabriella Fabbrocini è stata una donna luminosa e positiva. Pragmatica nell’affrontare le difficoltà del suo lavoro, ma sempre dedita alla gentilezza. A dicembre l’ultima occasione di confronto con la redazione di PreSa per portare a termine un articolo che mettesse in luce le difficoltà dei giovani con psoriasi. Un tema, quello del pregiudizio nei confronti dei giovani, per il quale si è sempre spesa con forza. Ed è forse proprio il saluto commosso di quei pazienti il riconoscimento più grande.