L’acqua pulita e salubre è un elemento fondamentale per la salute umana. Siamo l’acqua che assumiamo bevendo o attraverso i cibi che la contengono. L’80% circa dell’organismo di un neonato è fatto di acqua mentre di circa il 70% è la parte di acqua in un individuo adulto (con l’avanzare dell’età questa percentuale tende a ridursi).
Assumere acqua contaminata (per esempio da pesticidi, metalli pesanti, microrganismi patogeni, tossine, sostanze perfluoroalchiliche, microplastiche – etc.) rappresenta un grave rischio per la salute.
Secondo i dati dell’ultimo rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea), le falde acquifere italiane sono inquinate e sono sotto la media europea. In Europa il 74% delle acque sotterranee è in buono stato dal punto di vista chimico, in Italia lo è solo il 58%. Per quanto riguarda le acque di superficie, invece, la situazione è migliore rispetto agli altri Paesi europei. In Italia il 41% dei bacini analizzati ha uno status ecologico buono o elevato, contro il 39% della media Ue.
L’acqua è indispensabile per la vita e l’agricoltura, ma è una risorsa fortemente a rischio, proprio per l’uso eccessivo globale che ne viene fatto. Si stima che l’agricoltura rappresenti oltre il 70% dell’utilizzo idrico e che con la crescente domanda di cibo, l’uso aumenterà ulteriormente. L’ultimo rapporto della FAO (SOFA, 2020), riporta che, negli ultimi vent’anni, in tutto il mondo le riserve di acqua dolce sono diminuite di oltre il 20% e che continueranno a diminuire in relazione ai cambiamenti climatici, che causano l’assenza di precipitazioni invernali, che creano riserve d’acqua per le successive irrigazioni, e alla siccità (il Po ad esempio sta registrando valori di secca come in estate). Intanto la ricerca sta studiando nuove strategie in ambito agricolo per l’uso razionale di questa preziosa risorsa.
Acqua, i progetti per monitorare gli sprechi
PON Water4AgriFood – “Miglioramento delle produzioni agroalimentari mediterranee in condizioni di carenza di risorse idriche” è il progetto, coordinato dal CREA Agricoltura e Ambiente che nasce dallo sforzo di ripensare la carenza d’acqua disponibile per le aziende agricole in chiave innovativa e resiliente. Il Centro, infatti, sta studiando gli effetti del biochar (il carbone vegetale che si ottiene dalla pirolisi – ossia dalla decomposizione termochimica – di diverse biomasse vegetali), che, se applicato ai suoli, è in grado di migliorarne le proprietà fisiche e idrauliche. In generale, l’addizione di biochar al suolo aumenta la sua porosità e favorisce la ritenzione idrica e quella degli elementi nutritivi, che rimangono più a lungo disponibili per le piante. È stato evidenziato che l’aggiunta di biochar alla concentrazione del 20 o del 40% (in volume) a tre suoli medio sabbiosi, ne ha incrementato il contenuto idrico volumetrico alla capacità di campo (field capacity), in media del 10 o del 20%.
Uno degli obiettivi del progetto PON Water4AgriFood – Politiche economiche per migliorare l’efficienza d’uso dell’acqua e salvaguardare le risorse idriche, coordinato dal CREA Politiche e Bioeconomia, approfondisce il tema dell’introduzione di politiche dei prezzi, finalizzate a promuovere l’uso razionale dell’acqua, con un adeguato recupero, nella tariffa finale, anche di eventuali costi ambientali derivanti dal suo prelievo: “chi inquina/usa, paga”. Inoltre, grazie ad attrezzature e sensori installati in un’area campione (l’azienda di Bonifiche Ferraresi SPA presso la sede di Bonifiche in Sardegna, provincia dell’Oristanese), vengono monitorati i volumi di acqua prelevati, distribuiti e restituiti al reticolo superficiale e in falda, alla scala di Consorzio e di azienda, e la qualità delle acque restituite all’ambiente.
Supporto tecnico-scientifico al Mipaaf e per il PNRR. Nell’ambito di due accordi operativi, il CREA ha sviluppato due banche dati, SIGRIAN (Sistema informativo nazionale per la gestione delle risorse idriche in agricoltura) e DANIA (Database nazionale degli investimenti per l’irrigazione e l’ambiente). L’uso congiunto di queste due banche dati è stato fondamentale per il PNRR (l’investimento 4.3, “Investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche” della M2C4).