Li chiamano ragazzi vampiro, sono giovani che hanno perso lo stimolo del sonno e che passano ore e ore sui social o al Pc nel pieno della notte. Quella che si sta affermando come una delle patologie emergenti è anche una conseguenza (o forse un fenomeno accelerato) dell’isolamento da Covid e da Dad. A studiare il fenomeno è un’indagine portata a termine in un Istituto superiore di Conegliano (Treviso) dove più di un ragazzo su tre (addirittura il 35,7%) chatta, naviga sui social, guarda on line video o serie tv dopo la mezzanotte. Un comportamento dettato dalla noia, dalla solitudine, a volte dalla tristezza, ma anche per semplice mancanza di stanchezza. E la cosa che sorprende è che secondo gli esperti spesso questa insonnia notturna prosegue senza che la famiglia lo sappia e con conseguenze che potrebbero poi pesare sullo sviluppo psico-fisico. L’indagine, ha coinvolto 367 studenti della scuola e ha ispirato la Fondazione Ars Medica, “braccio” culturale dell’Ordine dei Medici di Venezia, per un convegno proprio sul fenomeno dei “ragazzi vampiro”.
I SEGNALI
Sentinelle della salute, ad accorgersi dei primi segnali di questa condizione sono spesso i pediatri di famiglia. I campanelli d’allarme sono di solito una stanchezza cronica, malessere generalizzato, calo del rendimento scolastico, alterazioni dell’appetito, fino ad arrivare a disturbi dell’umore, aggressività, abuso di droghe e di sostanze eccitanti. Un problema che per qualche adolescente comincia ad assumere il profilo di una dipendenza, e che verosimilmente crescerà nei prossimi anni. Ecco perché gli esperti ritengono che sarà necessario attrezzarsi sul territorio con modalità di trattamento e spazi adeguati, vista anche l’età dei ragazzi coinvolti. Ma cosa si può fare per affrontare il problema? Tra le possibili risposte, richiamare le famiglie alla loro responsabilità educativa, intervenire sui genitori dei più piccoli educandoli a un uso responsabile dei device; importante infine costruire una rete sul territorio tra famiglie, operatori, medici e insegnanti per individuare precocemente i segni della deprivazione di sonno e far emergere il problema. In questa direzione va il progetto “Piazza della Salute” dell’Enpam per studiare il fenomeno sui territori, allargando il questionario a più scuole possibili, per organizzare iniziative di sensibilizzazione e formare operatori esperti sul tema.