Fa molto discutere in questi giorni il caso di Elle Macpherson, che nel suo libro di memorie “Life, Lessons, and Learning to Trust Yourself”, racconta di aver adottato un approccio olistico alla malattia, andando contro il consiglio dei medici e della famiglia. Una posizione controversa, che rischia di convincere qualcuno a bypassare le cure mediche per lanciarsi verso terapie non convenzionali.
La posizione dell’oncologa
Ma è proprio vero che la Macpherson si è curata solo con la medicina olistica? In realtà, dice alle agenzie di stampa – commentando il caso – la dottoressa Lucia Del Mastro (direttrice della Clinica di oncologia medica all’Università di Genova/Irccs Ospedale Policlinico San Martino) la medicina olistica non c’entra nulla con la guarigione dal cancro che la modella dichiara di aver ottenuto. L’esperta aggiunge che il messaggio da far passare in modo chiaro è che i tumori non si curano con la medicina olistica ma, nel caso di Elle Macpherson, va fatta chiarezza sul tipo di neoplasia da cui è stata colpita 7 anni fa.
Chirurgia
L’oncologa aggiunge poi che il carcinoma che ha colpito la modella per definizione non dà metastasi e si tratta di una specie di lesione precancerosa. Il trattamento standard per questa neoplasia prevede la chirurgia con l’asportazione del nodulo e poi una eventuale radioterapia per prevenire il rischio di recidive locali.
Cos’è il carcinoma intraduttale?
Il carcinoma intraduttale o carcinoma duttale in situ (DCIS) è una forma precoce di tumore al seno che si sviluppa all’interno dei dotti mammari, i canali che trasportano il latte verso il capezzolo. “In situ” significa che le cellule tumorali sono confinate all’interno del dotto e non hanno ancora invaso i tessuti circostanti. Non è considerato un tumore invasivo, ma se non trattato, può evolversi in un carcinoma duttale invasivo, che è una forma più aggressiva di cancro al seno.
Sintomi e diagnosi
Spesso il carcinoma intraduttale non causa sintomi evidenti e viene scoperto durante una mammografia di routine. In alcuni casi, potrebbe manifestarsi con la presenza di un nodulo al seno o una secrezione dal capezzolo. La diagnosi avviene principalmente attraverso la mammografia, che può rilevare microcalcificazioni tipiche del DCIS. Per confermare la diagnosi, viene eseguita una biopsia, che permette di analizzare il tessuto prelevato e determinarne le caratteristiche.
Trattamento
Il trattamento del carcinoma intraduttale dipende dall’estensione e dal grado del tumore, ma generalmente include:
- Chirurgia conservativa (lumpectomia): Rimozione del tumore e di una piccola porzione di tessuto circostante, preservando la maggior parte del seno.
- Mastectomia: Nei casi più estesi, può essere necessario rimuovere l’intero seno.
- Radioterapia: Dopo una chirurgia conservativa, spesso si raccomanda la radioterapia per ridurre il rischio di recidiva.
- Terapia ormonale: Se il tumore è positivo ai recettori ormonali, può essere prescritto un trattamento con farmaci antiormonali (come il tamoxifene) per prevenire il ritorno del tumore.
Va detto, comunque, che il carcinoma intraduttale ha una prognosi eccellente se diagnosticato e trattato precocemente, con tassi di sopravvivenza molto elevati. La diagnosi tempestiva, grazie agli screening mammografici, è fondamentale per prevenire l’evoluzione verso forme di cancro più invasive.
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