In Italia 7,2 milioni di persone soffrono di mal di testa, il 12 per cento della popolazione in generale e ben il 18 per cento di quella femminile.
Questo disturbo negli adulti può assumere circa 200 forme diverse, racchiuse in due grandi categorie, cefalee primarie e cefalee secondarie. Tra le primarie la più diffusa è l’emicrania che rappresenta la terza malattia in termini di prevalenza e la sesta causa di disabilità al mondo.
Negli ultimi anni la ricerca scientifica neurologica è andata avanti, l’obiettivo è capire la patogenesi dell’emicrania, individuarne le strategie terapeutiche e anche preventive. La Società Italiana di Neurologia, in occasione della giornata mondiale del mal di testa di quest’anno, ha fatto il punto della situazione sulle terapie per la cura del mal di testa.
“Dal punto di vista patogenetico – ha affermato il prof. Pietro Cortelli, Professore Ordinario di Neurologia e Direttore Scuola di specialità di Neurologia DIBINEM, Alma Mater Studiorum Università di Bologna IRCCS-ISNB – nel corso degli ultimi anni, un numero crescente di studi con neuro-immagini svolte dal gruppo del prof. Gioacchino Tedeschi dell’Università di Napoli, ha permesso una più approfondita conoscenza dei meccanismi di base delle cefalee e in particolare dell’emicrania, identificando le regioni cerebrali coinvolte nel trasmettere l’insorgenza del dolore emicranico e dei sintomi associati”. “Da questi studi – ha rivelato il prof. Cortelli – infatti, è emerso che meccanismi di modulazione cerebrale modifichino l’ipersensibilità visiva, olfattiva e al dolore nei pazienti emicranici. Dal punto di vista terapeutico, uno studio internazionale, a cui partecipa anche l’Italia, ha dato ottimi risultati sulla possibilità di prevenire gli attacchi di emicrania attraverso la somministrazione mensile di una terapia in grado di ridurre il numero di attacchi. Si tratta degli anticorpi contro il CGRP*, il recettore che ha assunto un ruolo chiave nell’insorgenza dell’emicrania”.
Tra i trattamenti non invasivi c’è la neuro stimolazione esterna. Uno studio indicherebbe l’efficacia e l’assenza di eventi avversi gravi e pericolosi per le tre modalità di neuro stimolazione non invasiva: stimolatore transcutaneo sopraorbitario, stimolazione magnetica transcranica e stimolatore esterno del nervo vago. Tra questi, la stimolazione del nervo vago è stata usata non solo nel trattamento acuto e preventivo dell’emicrania ma anche in quello della cefalea a grappolo.
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