L’indice di Apgar, il test che viene eseguito alla nascita e che valuta la vitalità e l’efficienza delle funzioni vitali primarie del neonato, sarebbe correlato al futuro rendimento scolastico del bambino.
Secondo i risultati di uno studio australiano, infatti, un punteggio basso comporterebbe un maggiore rischio di ottenere un rendimento scolastico più basso durante la scuola primaria, soprattutto nei campi legati alla scrittura e il calcolo.
Lo studio scientifico, condotto dall’Università di Adelaide e dalla Monash University di Melbourne, avrebbe quindi scoperto che i neonati con un basso indice Apgar alla nascita rischiano di avere uno scarso rendimento scolastico quando frequenteranno la scuola primaria, a causa di ridotte abilità cognitive.
L’indice Apgar misura in generale lo stato di salute di un neonato nei primi istanti di vita extrauterina, tenendo conto di alcuni parametri. Ideato nel 1952 dall’anestesista americano che gli ha dato il nome, l’indice misura cinque parametri fisiologici dei neonati:
1) la frequenza cardiaca: la frequenza delle pulsazioni cardiache al minuto è il primo fattore da considerare, essendo il parametro più importante.
2) il tono muscolare: un bambino flaccido riceve un punteggio pari a 0, e uno che mostra una flessione spontanea di braccia e gambe riceve 2 punti.
3) l’attività respiratoria: un bimbo ancora in apnea a 60 secondi dalla nascita riceve 0 punti, mentre se piange immediatamente riceve 2 punti.
4) i riflessi: le risposte a stimolazioni sono considerati riflessi; il metodo più usato per misurarli è attraverso un catetere orofaringeo che stimola i muscoli mimici facciali.
5) il colorito della pelle: il colore dei bambini al parto è tendenzialmente cianotico, sia per la difficoltà di respirazione durante il parto sia per il passaggio alla respirazione. In generale questo indice è basso.
L’indice di Apgar si basa su questi cinque parametri di base (valutati basandosi sull’osservazione), a ciascuno dei quali si assegna un punteggio da zero a due: il valore massimo possibile dell’indice è quindi 10, che indica un neonato normale.
I test per stabilire l’indice di Apgar viene eseguito al 1°e al 5° minuto dalla nascita e ripetuti spesso dopo 5/10 minuti se necessario, almeno fino a quando i valori non si stabilizzano.
In base al punteggio è possibile suddividere i neonati in 3 gruppi:
1) Il punteggio da 7 a 10 individua un neonato normale, vitale e sano.
2) Punteggi che vanno da 4 a 7 definiscono moderatamente a rischio il neonato.
3) Punteggi che vanno da 0 a 3 definiscono un rischio altissimo per il neonato.
Un basso indice Apgar alla nascita, secondo i ricercatori dell’University of Adelaide e della Monash University di Melbourne, evidenzia una scarsa vitalità del neonato e anticipa anche il suo scarso rendimento scolastico in futuro, perché queste sue caratteristiche influiranno anche sullo sviluppo delle abilità cognitive.
Gli scienziati hanno misurato in particolare la correlazione tra indice Apgar e rendimento scolastico all’età di 8 anni: la ricerca ha coinvolto 60 mila bambini che hanno frequentato scuole elementari dal 2008 e il 2015. I bambini che alla nascita avevano registrato un indice minore o uguale a 6, in terza elementare erano a più alto rischio di raggiungere solo lo standard minimo. Gli standard di rendimento presi come riferimento sono valutati secondo un sistema di test su competenze di base che rientrano nel programma di valutazione australiano Naplan a cui ogni anno sono sottoposti gli alunni australiani. I risultati di questo studio sono i primi al mondo a stabilire una correlazione fra gli indici Apgar e rendimento scolastico.
Saranno necessari ulteriori studi e approfondimenti, ma la scoperta è significativa e, se confermata, potrebbe rappresentare una importante base per interventi volti a supportare e stimolare le abilità cognitive nei neonati e bambini con punteggio Apgar basso.