L’obesità può essere affrontata anche ricorrendo al freddo intenso (la criostimolazione), che favorisce una riduzione del colesterolo e del grasso corporeo. A dirlo è uno studio presentato al Congresso Europeo sull’Obesità (ECO) di Dublino. Gli esperti parlano di potenti effetti sul corpo, con una riduzione del girovita e un calo significativo degli zuccheri nel sangue.
EFFETTI BENEFICI
La premessa è d’obbligo, non ci si deve mai improvvisare. La criostimolazone non è adatta al “fai da te” e non serve esporsi a basse temperature per affrontare un problema di obesità. Ciò detto, secondo gli scienziati può agire come trattamento antinfiammatorio e antiossidante, con effetti benefici sulla composizione corporea, compresa la percentuale di grasso. Un numero crescente di lavori suggerisce che la metodica è un’utile terapia aggiuntiva, per una serie di condizioni, in particolare l’artrite reumatoide, la fibromialgia, la sclerosi multipla, le condizioni infiammatorie muscoloscheletriche e persino il long Covid.
IL TEST
Tronando al dimagrimento, per verificare l’efficacia della criostimolazione sul dimagrimento, 29 partecipanti obesi sono stati trattati con un programma basato su un piano dietetico personalizzato, supporto psicologico e attività fisica. Alcuni di loro, in più, sono stati sottoposti a sessioni di criostimolazione di 2 minuti a meno 110°C in una criocamera nell’arco di due settimane.
EFFETTI POSITIVI
Per garantire la sicurezza del test, i dati biometrici dei pazienti erano controllati in tempo reale. Ebbene, trigliceridi, colesterolo totale e i livelli di colesterolo HDL e LDL sono diminuiti in entrambi i gruppi, ma la riduzione è stata doppia con la criostimolazione. Per loro dopo due settimane, i livelli medi di trigliceridi erano diminuiti del 17 per cento rispetto all’8,7 per cento nel gruppo placebo, il colesterolo totale del 20,2 per cento rispetto al 9,4 per cento, il colesterolo cattivo, LDL, del 24,7 per cento rispetto al 10,5 per cento.
NUOVE PROSPETTIVE
Allo stesso modo, i livelli di glucosio nel sangue diminuiscono del 10,3 per cento rispetto al 2,8 per cento del gruppo placebo e la circonferenza vita del 5,6 per cento rispetto all’1,4 per cento. Risultati che aprono a nuove prospettive di cure e trattamenti che ben presto potrebbero essere di grande aiuto nei casi più gravi.