“Il suolo del nostro pianeta è ogni anno più minacciato ed occorre rispondere concretamente, prima che sia troppo tardi”. Così il Crea in occasione della Giornata Mondiale del Suolo che si celebra domani e durante la quale verrà presentata la traduzione italiana delle Linee Guida volontarie FAO sull’uso sostenibile dei suoli.
La Giornata Mondiale del Suolo
L’evento “Suolo & Agricoltura: Dalla ricerca all’azione” in programma domattina presso la Sala del Refettorio, Camera dei Deputati (via del Seminario 76) è un’ occasione per ascoltare il punto di vista degli agricoltori e per elaborare insieme a Istituzioni, Ricerca e mondo produttivo le iniziative da intraprendere per la tutela dei suoli italiani e per promuovere una gestione sostenibile, in grado di aumentare la produzione agroalimentare, favorire la qualità nutrizionale degli alimenti e consentire di mitigare quel cambiamento climatico i cui effetti sono ormai sotto gli occhi di tutti.
L’Italia, rientra fra quei Paesi virtuosi, ancora troppo pochi purtroppo, che hanno tradotto nella propria lingua le Linee Guida Volontarie FAO per la Gestione Sostenibile del Suolo. Un traguardo importante per il nostro Paese, reso possibile dal progetto europeo Soil4life, cui partecipano tra gli altri – oltre al CREA – Legambiente, Cia, Ispra e Comune di Roma. Si è trattato di riconoscere finalmente il giusto ruolo di una risorsa essenziale, da cui dipende oltre il 95% della produzione di cibo e quindi la vita dell’uomo. Un bene ancora troppo misconosciuto, fragile e soprattutto non rinnovabile, perchè per formare solo 1 cm di suolo fertile sono necessari, infatti, dai 100 ai 1000 anni.
Si stima che oltre il 33% dei suoli mondiali, infatti, siano moderatamente o fortemente degradati (500 ha, infatti, sono persinel mondo ogni mezz’ora per diverse cause): perdere, quindi, ogni anno, a livello mondiale, 75 miliardi di tonnellate di suolo coltivabile costa circa 400 miliardi di dollari/anno di produzione agricola persa. Tale perdita, a sua volta, riduce la fertilità e la capacità di produrre cibo.
I suoli coltivati nel mondo hanno perso tra il 25 e il 75% del loro stock di carbonio originario, rilasciato nell’atmosfera sotto forma di CO2, principalmente a causa di pratiche di gestione non sostenibili che hanno portato al degrado e amplificato il cambiamento climatico e i suoi impatti. Un suolo degradato riduce la sua capacità di mantenere e immagazzinare carbonio, contribuendo a minacce globali come il cambiamento climatico, con un costo stimato in miliardi di dollari all’anno.
Una gestione sostenibile dei suoli significa salvaguardare, oltre alla produzione e alla sicurezza alimentare (stima FAO: al 2050 + 56% delle produzioni, a fronte di + 60% di fabbisogno richiesto dall’aumentata popolazione), tutti i servizi ecosistemici ad esso legati: immagazzinare e fornire acqua pulita (decine di migliaia di Km3 di acqua l’anno), sequestrare carbonio (regolazione delle emissioni di anidride e di altri gas a effetto serra, aumentando così la resilienza ai cambiamenti climatici), conservare la biodiversità (oltre il 90 % della biodiversità in termini di organismi viventi del pianeta, in grado di regolare i nutrienti indispensabili per le colture, si trova nei primi 5 cm di suolo). E, sotto questi aspetti, il documento FAO, rappresenta un formidabile strumento formativo, in grado di trasferire efficacemente la scienza a chi sul suolo ci lavora ogni giorno ed è in grado di incidere sulla situazione, sia con la prevenzione e il contrasto a fenomeni in atto sia avviando il recupero dei suoli degradati. Non a caso, nell’ambito di Soil4life, è previsto la diffusione mirata delle Linee Guida a 5000 aziende agricole italiane, anche con specifici momenti formativi.
E d’altronde, come ha affermato il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Filippo Gallinella: “Senza suolo, non c’è agricoltura”.