«Il vino può essere un tonico oppure un veleno, tutto sta nella dose – spiega Kaherine Esposito, Professore Ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo all’Università della Campania L. Vanvitelli. «In dosi moderate – continua – ha effetti favorevoli su infarto e malattie vascolari in genere, e probabilmente aiuta a prevenire il diabete e i calcoli della colecisti». Ma il vino ha anche un’altra faccia, che si manifesta nell’esagerazione. «I danni provocati dal consumo smodato – spiega la professoressa – sono più consistenti: incidenti stradali, violenza nella vita di relazione, danni al fegato, al cuore, al nascituro, e aumento dl rischio di alcuni tumori, mammella in primis. Nel bene e nel male, tutto è essenzialmente dovuto all’etanolo, una semplice e piccola molecola, ingrediente attivo delle bevande alcoliche».
«Di conseguenza – conclude l’esperta – i rischi ed i benefici del vino non sono dovuti al “nettare degli dei” in quanto tale, ma al suo contenuto di etanolo, e sono comuni ad altre bevande alcoliche, birra compresa. Già Pasteur, nell’800, parafrasando Paracelso (medico-alchimista del 500), diceva che “il vino, preso in quantità moderata, è la più sana e la più igienica delle bevande”. Per chi beve, la giusta (moderata) quantità di vino rimane quella di 2 bicchieri al giorno per gli uomini e di 1 bicchiere al giorno per le donne, ai pasti».