Una persona con diabete su tre soffre di retinopatia diabetica: una grave complicanza del diabete che colpisce l’occhio. Questa condizione è la principale causa di cecità nelle persone in età lavorativa (16-65 anni). Un rischio che può essere evitato con un semplice screening di prevenzione. Durata del diabete, valori elevati di emoglobina glicata e di pressione arteriosa sono i principali fattori di rischio per la comparsa della malattia, sia nelle persone con diabete tipo 1 che di tipo 2.
Retinopatia diabetica, come prevenire
Sono oltre 1 milione le persone con diabete che soffrono di retinopatia diabetica, la principale complicanza oculare del diabete e prima causa di cecità tra i soggetti in età lavorativa. In altre parole può colpire la popolazione diabetica, stimata a raggiungere le 700 milioni di persone a livello globale entro il 2045. Si tratta di una malattia ampiamente sotto-diagnosticata, che può restare a lungo asintomatica. Per questo assumono un ruolo cruciale gli screening periodici nelle persone con diabete (al momento della diagnosi e a intervalli prestabiliti a seconda del quadro clinico del paziente), al fine di identificare il problema e realizzare una presa in carico tempestiva.
La retinopatia diabetica è causata da un danno ai vasi sanguigni del tessuto della retina e può svilupparsi in tutte le persone che convivono con il diabete di tipo 1 e di diabete di tipo 2. Una lunga durata del diabete, soprattutto se non controllato, con alti livelli di emoglobina glicata e l’ipertensione, sono i principali fattori di rischio da tenere sotto controllo per valutare l’urgenza per la realizzazione dello screening oculare.
Lo screening del fondo dell’occhio è un esame semplice, non invasivo e indolore, eseguito dal diabetologo in collaborazione con l’oculista. Consente di intervenire precocemente e scongiurare gravi esiti di salute quali l’edema maculare diabetico e, nei casi più gravi, la perdita della vista. La malattia può manifestarsi anche in forma asintomatica e può essere la spia di complicanze cardiovascolari del diabete, come la coronaropatia, che richiedono ulteriori approfondimenti e screening cardiovascolare di secondo livello.
La campagna “DIAmoci Un Occhio”:
Per richiamare l’attenzione sulla patologia, le sue complicanze e sull’importanza di realizzare screening mirati e diffusi, l’Associazione Medici Diabetologi (AMD) e la Società Italiana di Diabetologia (SID), promuovono la campagna “DIAmoci Un Occhio”: realizzata con il contributo incondizionato di Abbvie.
Si tratta di una campagna informativa per sensibilizzare lo specialista diabetologo e promuovere l’importanza dello screening. Oltre al medico, la campagna si rivolge anche ai pazienti e ai loro caregiver per coinvolgerli attivamente nel percorso di prevenzione e cura. Sui profili delle due Società Scientifiche AMD e SID verrà realizzata una campagna social con contenuti informativi sulla patologia, le sue complicanze, l’importanza di sottoporsi agli screening, la facilità di esecuzione degli stessi e sugli strumenti di prevenzione a disposizione.
“La prevenzione è l’arma più importante a nostra disposizione”
“La retinopatia diabetica resta ampiamente sotto-diagnosticata, generando un impatto negativo sugli outcome di salute delle persone con diabete e sui costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale per la gestione di casi più complessi” – commenta Graziano Di Cianni, Presidente AMD. “La responsabilità di coordinare lo screening per l’identificazione della patologia è dei medici e delle strutture che seguono quotidianamente le persone con diabete. Tuttavia – è essenziale che il paziente e i familiari conoscano la patologia, siano consapevoli dei fattori di rischio e dell’importanza della prevenzione, che rimane sempre l’arma più importante a nostra disposizione”.
“Lo screening della retinopatia diabetica deve sempre più diventare una delle attività routinarie svolte presso i centri di diabetologia e dovrebbe comunque avvenire in concomitanza con la visita diabetologica” afferma Agostino Consoli, Presidente SID. “Abbiamo oggi la possibilità di utilizzare i retinografi – strumenti che possono essere utilizzati anche da un ortottista o da un infermiere esperto – con refertazione delle immagini a distanza da parte di un oculista o addirittura con interpretazione dell’immagine da parte di sistemi di intelligenza artificiale. Queste tecnologie vanno diffuse su tutto il territorio nazionale e diventare lo standard per lo screening della retinopatia diabetica”.