Una scoperta del Cnr apre a nuove speranze di cura per il carcinoma della tiroide
Contro il carcinoma della tiroide potrebbe arrivare presto una nuova arma. La scoperta che apre a nuove speranze è di un gruppo di ricerca del Cnr di Napoli, che ha lavorato sotto il coordinamento del dottor Valerio Costa. I ricercatori hanno individuato un punto debole del tumore nel metabolismo delle cellule che lo compongono. La chiave è in un “oncogene” chiamato BRAF, responsabile della produzione di un enzima che controlla la proliferazione delle cellule e, quindi, la crescita del tumore.
SITEMA ENDOCRINO
Il carcinoma della tiroide è il frequente tra le forme di cancro che colpiscono il sistema endocrino. La sua particolarità è nella sua stessa mutevolezza. Infatti, si tratta di un tumore che presenta enormi variazioni sia istologiche e molecolari. Quindi, nonostante la diagnosi si faccia con una valutazione istologica e morfologica, è sempre essenziale procedere anche ad un’analisi molecolare dettagliata. Soprattutto quando ci si trova ad affrontare tumori che rispondono poco o nulla quando sono attaccati con i protocolli terapeutici convenzionali.
NUOVE SPERANZE
I ricercatori hanno osservato che mutazioni nell’oncogene BRAF determinano in genere una maggiore aggressività del carcinoma e una ridotta risposta alla terapia farmacologica. Pertanto, comprendere gli effetti della riprogrammazione metabolica sulle proprietà tumorali delle cellule e individuare nuovi trattamenti più efficaci e specifici sono priorità per la cura di questi tumori. Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista British Journal of Cancer, è stato possibile grazie al sostegno di Fondazione Airc per la ricerca sul cancro e al programma operativo POR FESR Campania 2014-2020. I risultati di questo studio potrebbero quindi avere particolare rilevanza per il trattamento di queste forme di cancro.