Al Cardarelli di Napoli un percorso contro la violenza sulle donne
C’è molto della storia di Carla Caiazzo e di chi come lei ha rischiato di morire nell’impegno che il Cardarelli di Napoli ha scelto di mettere in campo contro la violenza sulle donne. In occasione della ricorrenza della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’ospedale collinare di Napoli si veste di rosa, anzi di rosso (colore universalmente associato al femminicidio), e inaugura ufficialmente il Centro Dafne. «E’ l’inizio di un percorso al quale teniamo in modo particolare», spiega il Direttore Generale Ciro Verdoliva. «In un pronto soccorso come il nostro, che ogni anno intercetta decine di migliaia di pazienti, non potevamo non dedicare un’attenzione particolare a quei segnali dietro i quali si maschera la violenza». Per questo motivo, in linea con gli obiettivi del Presidente De Luca e con il pieno sostegno dell’assessore regionale Chiara Marciani (che tra le sue deleghe annovera quella alle Pari Opportunità), il Cardarelli ha scelto di lanciare un segnale forte e concreto, accelerando con decisione e inaugurando il Centro Dafne – codice rosa (padiglione M, piano terra), che è la componente più visibile di un enorme lavoro che inizia già dal pronto soccorso e si estende lungo tutto il percorso di assistenza alle donne vittime di violenza.
Il Percorso Rosa in Pronto Soccorso
Grazie alla formazione che da più di un anno coinvolge il personale medico e infermieristico del pronto soccorso, portata avanti dall’Associazione Salute Donna, oggi al Cardarelli è possibile individuare precocemente i segni di una violenza in quelli che a prima vista potrebbero sembrare gli effetto di un “incidente”. E’ a questo punto che alla cartella della paziente viene applicato dal personale competente il “codice PR” (c.d. Percorso Rosa). Questo significa che in quel preciso momento la paziente viene trasferita in una medicheria dedicata, un ambiente protetto nel quale viene garantita oltre all’assistenza anche la privacy assoluta.
La cartella blindata
«A regime – aggiunge Ciro Verdoliva – il Percorso Rosa porterà all’introduzione di una speciale cartella clinica “blindata”, dove il verbale di pronto soccorso e i dati clinici della paziente saranno consultabili solo dalla Direzione Sanitaria dell’ospedale e dalla responsabile di Pronto Soccorso. Le donne vittime di violenza devono sapere che il Cardarelli è al loro fianco, senza se e senza ma. La nostra struttura ha gli strumenti per garantire loro sicurezza, privacy e sostegno psicologico». Uno dei rischi, nei casi di violenza, è infatti che i dati della paziente possano essere utilizzati dall’aggressore per costruire una tesi difensiva laddove dovesse esserci una denuncia. Spesso per paura e perché non sono state adeguatamente accolte e informate dalla struttura sanitaria alla quale si sono rivolte dopo l’aggressione, molte donne dopo le cure fingono che nulla sia accaduto, esponendosi ad un rischio ancora maggiore.
Il Centro Dafne – codice rosa
Il Centro Dafne – codice rosa, sarà un luogo dove le pazienti potranno trovare il dovuto sostegno da parte delle psicologhe dell’Associazione Salute Donna, ma anche la consulenza necessaria ad inserire in cartella un referto che chiarisca, e dia valore legale, al danno psicologico che è conseguenza della violenza fisica o morale. «Le nostre psicologhe sono pronte ad accogliere e sostenere tutte le pazienti che vorranno rivolgersi a noi» spiega Elvira Reale, psicologa – Rappresentante Regionale dell’Osservatorio Nazionale Antiviolenza e Responsabile del Centro Dafne – codice rosa del Cardarelli. «Questo percorso, oltre che essere un adempimento previsto dalla legge, è il primo fondamentale passo per una possibile uscita dalla violenza. La direzione generale del Cardarelli ci ha sostenuto con forza e riteniamo che la formazione continua del personale sia cruciale anche come prevenzione del femminicidio».
Il Cardarelli sotto una nuova luce
Nei giorni che precederanno la giornata contro la violenza sulle donne, a partire dalla sera del 21 novembre, la facciata dello storico edificio che ospita la direzione generale del Cardarelli sarà illuminata da un’avvolgente luce rossa. La stessa luce, diffusa e calda, avvolgerà fino al 25 novembre, il passaggio di quanti ogni giorno attraverseranno l’androne dell’ospedale. Un modo per attirare l’attenzione dei cittadini che induca a riflettere su un tema tanto importante, sul quale ancora c’è tanto da fare. «L’allestimento luminoso – conclude il direttore generale – resterà al di là della manifestazione del 25 novembre come elemento di comunicazione con la città, che sempre più deve guardare al Cardarelli come ad un baluardo a tutela della salute dei cittadini. Questo è il nostro unico obiettivo, lavorare per garantire salute».