La nuova indagine dell’Osservatorio innovazione digitale in sanità della School of Management del Politecnico di Milano fotografa la sanità digitale italiana.
I servizi digitali restano diffusi a macchia di leopardo nel nostro Paese e la maggior parte dei cittadini non utilizza ancora il web per accedere ai servizi sanitari. Circa l’80% degli italiani preferisce, infatti, recarsi di persona per ritirare i documenti clinici, consultare il medico o pagare una prestazione; sette su dieci preferiscono parlare di persona con il proprio medico piuttosto che tramite email, Sms o WhatsApp.
Intanto, la spesa per la sanità digitale cresce e arriva a 1,3 mld di euro,(+2%). Cresce anche la spesa per la telemedicina, ma non la diffusione. Secondo l’ indagine, la quota principale degli investimenti per la Sanità Digitale è stata sostenuta dalle strutture sanitarie, con un budget di 890 milioni di euro (+2% sul 2016), seguite dalle Regioni (320 milioni, +3%), dai 47mila Medici di Medicina Generale (72,9 milioni di euro, in leggera crescita con una media di 1.551 euro) e dal Ministero della Salute (16,7 milioni di euro, stabile). Tra i principali ambiti di innovazione, i budget più consistenti vanno alla Cartella Clinica Elettronica (47 milioni di euro), ai sistemi di front-end (45 milioni) e al disaster recovery (31 milioni).
La Cartella Clinica Elettronica è anche l’ambito più rilevante per il raggiungimento degli obiettivi strategici, indicato dal 72% delle Direzioni Strategiche, seguito dai servizi digitali ai cittadini (59%) e dalla gestione documentale e conservazione a norma (55%). Cresce la spesa per la Telemedicina (24 milioni di euro), ma la diffusione rimane stabile e solo il 38% dei Direttori la considera rilevante. Big Data Analytics e Business Intelligence sono prioritari per quasi un’azienda su due, anche in vista del Gdpr (General Data Protection Regulation) per cui il 76% delle aziende ha revisionato policy e processi.
I medici sono sempre più attenti alle nuove tecnologie e le utilizzano soprattutto per parlare con i pazienti. È il caso, ad esempio, di WhatsApp, usato dal 63% dei medici di famiglia e dal 52% degli specialisti soprattutto per scambiare facilmente dati, immagini e informazioni. Meno digitali i cittadini: solo il 15% usa l’email, il 13% Sms e il 12% WhatsApp per comunicare col proprio medico.