Social network e dipendenza, prime misure nel mondo
I social network, inizialmente accolti come strumenti di connessione e libertà, oggi sono visti come un potenziale nemico pubblico dell’era contemporanea. La trappola dei social, descritta dagli studiosi come un insieme di pericoli nelle comunità virtuali, avrebbe guadagnato terreno nell’influenzare non solo le abitudini, ma anche il linguaggio e il contenuto della comunicazione politica. La questione è stata indagata da molte ricerche.
Social network e rischi di emulazione
Il creatore di una delle più diffuse piattaforme è stato di recente chiamato a giustificarsi di fronte al Congresso americano. Il motivo è legato a una serie di suicidi e comportamenti deviati di minori statunitensi, scaturiti da atteggiamenti emulativi diffusi attraverso i social. Le promesse di miglioramenti non sono riuscite a dissipare le preoccupazioni. Un quadro aggravato da una comunicazione interna che valutava il valore di un utente sulla piattaforma in termini monetari, al pari di ogni altro fattore di produzione.
L’iniziativa della Francia
La risposta legislativa a questo rischio per gli adolescenti è ancora in fase embrionale in diversi Paesi. In Europa, per esempio, la Francia ha approvato misure per gli influencer, con l’obiettivo di limitare il diffondersi di sfide pericolose. Inoltre sta discutendo una proposta di legge per vietare l’accesso ai social ai minori di 15 anni.
Dipendenza dai dispositivi
Uno studio del NYC Department of Health and Mental Hygiene ha sollevato il problema della crescente dipendenza dai dispositivi, evidenziando un impatto negativo sulla salute mentale dei giovani. Secondo i numeri, dal 2021 il 77% dei ragazzi del liceo, durante la settimana, trascorre più di tre ore davanti agli schermi. Un rischio sottolineato più volte anche dagli esperti dell’American Academy of Pediatria (AAP) e dell’American Psychological Association.
Social limitati in Usa
Il sindaco di New York, Eric Adams, ha lanciato un appello contro la “vita virtuale” degli adolescenti, definendola una “tossina ambientale”. Secondo le ricerche, infatti, più si utilizzano le piattaforme, più è difficile mettere confini. Per questo, il primo cittadino sta considerando delle misure. Nel frattempo agli adulti raccomanda di non consentire l’accesso agli smartphone o ai social almeno fino a 14 anni e di delineare un “piano famiglia” con regole da adottare. In Florida, invece, si sta approvando una legge che proibisce l’accesso ai social nelle scuole per i ragazzi sotto i sedici anni, per via degli effetti dannosi sulla salute mentale.
Sebbene gli Stati Uniti abbiano già la Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA) e siano in corso discussioni su nuove proposte di legge, la strada per una legislazione efficace è ancora lunga. Proposte recenti come il “Mature Act” che fissa a 16 anni il limite di età per l’utilizzo dei social media, presentato dal senatore Josh Hawley, indicano una crescente consapevolezza dei rischi associati, tuttavia molte questioni restano aperte.