Diabete di tipo 1, come fare per…
Prosegue il viaggio che il network editoriale PreSa Prevenzione e Salute ha scelto di dedicare al tema del diabete mellito di tipo 1. Una malattia cona la quale tanti genitori sono costretti a familiarizzare quando il piccolo di casa riceve una diagnosi. Affrontare il diabete mellito di tipo 1 non è semplice, ecco perché è importante avere la giusta organizzazione e le giuste conoscenze.
LA GLICEMIA
Tra i compiti più complessi per i genitori c’è il controllo della glicemia, che consente di regolare la dose di insulina necessaria. Per adeguare correttamente la terapia insulinica, i pazienti in terapia insulinica multiniettiva (sono 4 le somministrazioni giornaliere) devono misurare la glicemia almeno 5-6 volte al giorno. A rendere questo compito meno problematico oggi ci sono dispositivi di monitoraggio elettronico continuo. Quando va misurata la glicemia? Al risveglio, prima e dopo i pasti principali e prima e dopo l’attività fisica.
IL DIARIO
Per non commettere errori le glicemie vanno riportate su un diario. Fare questo consente di avere un quadro chiaro e corretto dell’andamento glicemico e di prendere le giuste decisioni non basandosi solo sull’ultimo dato. È importante annotare sul diario eventuali parametri fuori scala, affinché i medici possano eventualmente adottare delle correzioni alla terapia.
CONTROLLO DELLA TERAPIA
Ma come si capisce se il diabete è ben controllato? Lo si fa attraverso il dosaggio di quella che in gergo medico si chiama emoglobina glicosilata. Si tratta di un esame molto importante che va ripetuto ogni 3 mesi. L’emoglobina glicosilata riguarda i globuli rossi. Sono proprio loro a contenere l’emoglobina che trasporta l’ossigeno e, una piccola parte di questa, trasporta anche glucosio. È questa piccola parte di emoglobina ad essere chiamata emoglobina glicosilata.
QUALI VALORI
Se la glicemia è alta per molto tempo, nell’organismo aumenta il valore di emoglobina glicosilata che, quindi, può essere considerata come un campanello d’allarme. Facile comprendere come il valore di emoglobina glicosilata sia legato al rischio di complicanze a lungo termine. Un valore di riferimento corretto per questo fattore dovrebbe attestarsi al 7% o 53 mmol/M.
LA GLICOSURIA
Altro campanello d’allarme è la glicosuria. Nelle urine di una persona che non ha il diabete non è mai presente glucosio perché, essendo una fonte energetica preziosa, il rene lo trattiene. Il rene è in grado di trattenere il glucosio finché la glicemia rimane al di sotto dei 180 mg/dl, al di sopra di questo valore compare glucosio nelle urine una condizione che, appunto, si definisce glicosuria. Quindi, più la glicemia sarà elevata più sarà alta la glicosuria.