Invecchiamento attivo: presentato manifesto al senato
In Italia sono 13 milioni gli anziani. Ieri al Senato della Repubblica è stato presentato il Manifesto dell’Intergruppo parlamentare per l’ invecchiamento attivo, coordinato dal senatore Lucio Romano insieme alla deputata Vittoria D’Incecco.
Attenzione alla salute, integrazione sociale, superamento della marginalizzazione degli anziani ed effetti di ripresa grazie alla silver economy tra i temi principali dell’Intergruppo analizzati dai componenti dell’Intergruppo (quasi cinquanta parlamentari tra senatori e deputati) che indica i fronti aperti da portare avanti con politiche e misure efficaci per proseguire nel percorso virtuoso per il miglioramento della solidarietà intergenerazionale e della condizione globale degli anziani (13,2 milioni in Italia, il 21,7% della popolazione, fonte Istat 2017).
“L’invecchiamento della popolazione – evidenzia il senatore Lucio Romano, coordinatore dell’Intergruppo parlamentare sull’ invecchiamento attivo – è un elemento ineludibile e come tutti i fenomeni complessi della nostra epoca non può essere affrontato solo all’interno del perimetro del territorio nazionale ma va anzi sviluppato in un contesto comunitario. In ragione del suo trend demografico è particolarmente importante che l’Italia mantenga – seppur gravata da disuguaglianze profonde all’interno del proprio territorio – il ruolo di guida e di avamposto politico e sociale per l’elaborazione di politiche a favore degli anziani e della solidarietà tra le generazioni. La persona anziana ci impone di riconsiderare tutte le nostre certezze e le categorie con cui abbiamo vissuto, amministrato e talvolta consumato le risorse economiche, culturali e sociali in Italia negli ultimi decenni. Ci stiamo confrontando con problemi nuovi che si affacciano per la prima volta al nostro orizzonte. Una generazione inedita con istanze talvolta ancora inespresse e per le quali non abbiamo ancora risposte valide. Procediamo per tentativi e col conforto del mondo scientifico e dell’ascolto verso i cittadini. Per questa ragione è di particolare importanza creare una linea di continuità che valichi le scadenze istituzionali e che faccia tesoro dei traguardi e delle esperienze maturate sugli errori. Con questo spirito l’intergruppo parlamentare per l’ invecchiamento attivo consegna idealmente ai rappresentanti istituzionali della prossima legislatura e ai decisori pubblici del territorio il proprio bagaglio di impegno civile e di sviluppo di una rete a favore della solidarietà tra le generazioni. Un tema che impatta direttamente sulla qualità della vita di oltre 13 milioni di cittadini e, conseguentemente sull’intero sistema Paese”.
“Qualunque iniziativa a favore della terza età – prosegue l’onorevole Vittoria D’Incecco, coordinatrice per la Camera dei Deputati dell’Intergruppo – non può tuttavia prescindere da un investimento di energie volte a sviluppare in ogni cittadino, anziano di oggi o di domani, la consapevolezza del proprio ruolo da protagonista per preservare la propria salute il più a lungo possibile. Le conoscenze scientifiche ci dicono che l’adozione di stili di vita salutari, una vita di relazione e il ricorso agli strumenti più efficaci per la prevenzione sono la premessa più significativa per una vita in salute. Quando l’età cresce, il rischio di malattie aumenta, quindi dobbiamo agire sulla prevenzione.
Ognuno di noi – e lo dico da medico di medicina generale che ha il polso delle istanze delle persone – deve fare la propria parte. Alle istituzioni il compito di ascoltare i cittadini e di tradurre in politiche concrete le azioni per facilitare l’accesso ai servizi, comunicando nel modo più efficace ed efficiente possibile come vengono impiegate le risorse pubbliche. Su questo fronte, diventa un elemento di valorizzazione dell’impegno della politica con la P maiuscola, il mettere a sistema le risposte migliori sviluppate sul territorio, così da contribuire ad abbattere le odiose disuguaglianze che violano i principi su cui sono fondati la nostra Carta Costituzionale e l’impianto del nostro servizio sanitario universalistico. L’introduzione del Piano Nazionale di prevenzione vaccinale all’interno dei livelli essenziali di assistenza ha ad esempio posto le basi per rimediare a una di queste odiose disuguaglianze. Fino allo scorso anno l’accesso gratuito alle azioni di prevenzione era consegnato all’esclusiva competenza delle Regioni. Ora, a partire da quest’anno, tutti i cittadini vedono riconosciuto il proprio diritto a sperare in una terza età in salute, mettendosi al riparo da malattie evitabili.
Punto strategico dell’azione politica è l’integrazione sociale dell’anziano. Bisogna contrastare il paradosso generazionale che vede gli anziani vivere in salute e più a lungo ma con una riduzione dell’importanza del proprio ruolo nella società, a causa di una cultura dello scarto che provoca isolamento, senso di solitudine e inadeguatezza. Riconsiderare la persona nella sua interezza e valorizzare l’anziano anche nella sua dimensione di soggetto attivo e protagonista è un altro dei punti prioritari per dare risposte a milioni di cittadini che vivono da soli, in abitazioni inadeguate, con un’alimentazione non salutare e con risorse economiche che sovente vengono utilizzate per sostenere figli e nipoti, in un perverso gioco di welfare rovesciato in cui sono i più fragili a occuparsi dei congiunti solo anagraficamente più solidi. Sempre più anziani, malgrado abbiano superato l’età per poter vivere il proprio tempo liberato scelgano – o talvolta non scelgano – di continuare a lavorare. In una realtà produttiva, l’anziano porta con sé un patrimonio di esperienza, competenza, affidabilità e senso d’identità, doti necessarie alle aziende e alla società nella sua interezza”.
“Nonostante un generale miglioramento delle condizioni di salute degli anziani con l’allungamento di due anni della vita in salute e delle persone – ha dichiarato Michele Conversano, Presidente di HappyAgeing – rimangono forti diseguaglianze in ambito territoriale. Sul fronte della prevenzione per esempio, nonostante un Piano Nazionale Vaccini, permangono disuguaglianze nelle offerte vaccinali tra le diverse regioni, o addirittura all’interno della stessa regione tra Asl e Asl. I vaccini, uno degli interventi sanitari dal miglior profilo costo-beneficio sul breve e lungo termine, soffrono della mancanza di uniformità sul territorio. Oltre a scontare il fatto che le persone non sanno di avere a disposizione questo strumento prezioso per la propria salute. Oggi le vittime di polmoniti batteriche, prevenibili grazie a un vaccino da somministrare una sola volta nella vita, sono più numerose di quelle per incidenti stradali, eppure abbiamo bollettini quotidiani in tv e sui giornali sulla sicurezza delle nostre strade e sappiamo poco o nulla della nostra prevenzione” e dell’ invecchiamento attivo.
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