Mai sottovalutare i disturbi della menopausa
Non tutte le donne in menopausa possono beneficiare delle terapie ormonali sostitutive, ma a quanto pare «molto presto arriverà in commercio un farmaco, non di tipo ormonale, che agisce sui meccanismi che agisce sui centri responsabili della vampata di calore». A dirlo è il professor Costantino Di Carlo, ordinario di Ginecologia e Ostetricia alla Federico II di Napoli. Il Policlinico partenopeo, proprio per la giornata di oggi, ha aperto le porte dei suoi ambulatori per una serie di visite dedicate alle donne. Un importante momento di salute e informazione su un tema che, inaspettatamente, è ancora poco conosciuto.
Più di un fastidio
Il professor Di Carlo ci spiega che molte donne tra i 40 e i 65 anni non sono per nulla informate sui disturbi della menopausa, solo poche sanno realmente di cosa si parla. «Anche sui sintomi c’è poca informazione. Molte donne non ancora in menopausa, e la maggior parte degli uomini, tendono a sminuire le difficoltà legate a questa fase così delicata della vita. Si crede che le vampate siano delle sciocchezze, invece hanno un impatto enorme sulla qualità di vita delle donne».
Patologie a lungo termine
Le vampate sono infatti associate ad un’intensa sudorazione notturna. È molto facile che le donne in menopausa prendano freddo durante la notte e che inizino a soffrire di insonnia. La conseguenza è una stanchezza cronica, un’enorme difficoltà di concentrazione nelle attività quotidiane e, spesso, anche l’insorgere di dolori osteoarticolari legati ai colpi di freddo. D Carlo chiarisce anche che diversi studi hanno dimostrato che le donne che soffrono in maniera importante di vampate di calore sono poi quelle che soffrono di più anche di patologie a lungo termine.
Invecchiamento
Lo specialista spiega che la menopausa è una sorta di acceleratore dell’invecchiamento. Gioca infatti un ruolo importante nel favorire l’insorgenza di patologie cardiovascolari, neurodegenerative (come Alzheimer, Parkinson) o anche l’osteoporosi. Per questo è determinante affidarsi ad uno specialista e, se possibile, sottoporsi ad una terapia ormonale sostitutiva. Terapia che, in ogni caso, dovrà essere ritagliata sulle esigenze della donna.